lunedì 1 giugno 2009

Ogni singolo respiro capitolo 2



Capitolo 2


Booth era senza parole. Senza voce e senza respiro. La voglia di abbracciare la sua piccola Bones era quasi dolorosa. Ma una voce nel suo cuore gli impedì qualsiasi movimento.
“Allora?”
“No, io... non me la sento.”
“Non sono abbastanza bella per te?” ribatté lei, improvvisamente agitata.
“Certo che sei bella! Sei bellissima, ma io...”
“Sì, bellissima. Ma non vuoi toccarmi. Ecco quanto ti piaccio!”. Gli occhi chiari divennero lucidi. Lui le andò vicino. Con la mano destra le alzò il mento in modo che lo guardasse.
“Sei infinitamente la cosa più bella che io abbia mai visto, Bones. E mi fa stare male il desiderio che ho di farti l’amore. Ma non sarebbe giusto.”
“Perché?”
“Perché in questo momento non sono io. Non sono il Booth che ti ha fatto innamorare. Sono un uomo a pezzi. E se ti prendessi tra le mie braccia, di certo non ti lascerei più andare.”
“Ma è quello che voglio!” lo interruppe.
“Non sarebbe giusto, ripeto. Ti costringerei a doverti occupare di me. A curare queste ferite che mi sono fatto da solo e che voglio guarire da solo.”
“Tu hai sempre voluto proteggermi. Sarei felice di ricambiare.”
“Lo so. E lo farai. Ma fare l’amore stanotte sarebbe un errore.” E un pensiero grave che non tradusse in verbo berciò nella tua testa: tu non meriti di mischiare il tuo meraviglioso corpo con uno che l’ha mischiato con un assassino. Sarebbe mai giunto a patti con quella realtà? Booth non lo sapeva. Ma c’era la terapia che, spesso, si rivelava efficace. Tanto valeva provare, nella speranza di poter tornare un uomo degno di Temperance Brennan.


“Salve Booth, come si sente?”. La voce del Dottor Sweets gli giunse suadente. Nella sua mente e nel suo corpo non vi era alcuna cellula che esprimesse la stessa calma.
Quanto avrebbe voluto la tranquillità del suo psicoterapeuta! Fece spallucce.
“Mi sento in forma, tutto sommato” rispose adagiandosi sulla poltrona.
“Sono certo che fisicamente lo è... ”.
“Che vuoi dire, Sweets? Niente giri di parole, arriviamo al dunque.”
“La terapia alla quale la sottoporrò non servirà soltanto a curare la depressione nella quale è inevitabilmente caduto dopo l’arresto del suo collega.”
“Non sono affatto depresso!” lo interruppe stizzito.
“Allora se la parola depressione la infastidisce, diciamo che è turbato. Turbamento le va bene?”
“Sono turbato. Sono un sacco turbato, già. Sono un agente dell’FBI. Difendo la società dalla feccia. Sì, Sweets, sono decisamente turbato... ” s’interruppe, guardando per pochi secondi il soffitto.
“Dall’aver scoperto di essermi fatto abbindolare da un... dal complice di un assassino!”. Prese dal porta penne una matita. La spaccò in due come se stesse lì per essere fatta a pezzi dai pazienti.
Il giovane psicologo tossì nervoso. Sarebbe stata una bella impresa la sua. Rimettere ordine nell’animo dell’amico che però, in quel momento, aveva bisogno di lui in veste di terapista.
“Booth, ascolti. Non serve che si metta sulla difensiva. Si abbandoni al dolore.”
“Pensi che non lo stia facendo?”
“Da cosa si sente minacciato?”
“Tu che dici?”
“Ok, poniamola così: come sta andando con la dottoressa Brennan?”
“E adesso che c’entra Bones! Hai deciso di farmi arrabbiare davvero?” Il suo sguardo divenne fiammeggiante. Sweets, per niente intimorito dai modi bruschi, accennò un vago sorriso.
“Come le è sembrata di fronte a tutto questo?”
“Che attinenza ha con il mio... problema?”
“Ci arriveremo poi, lei risponda.” Booth ci pensò. Rifletté fissando la parete dinnanzi. Osservò con improvviso interesse le cornici che confermavano la carriera brillante del suo terapista.
Tra di esse c’era anche dell’altro: il fantasma delle sue colpe che lo fissava accusandolo. Bones, piccola mia, ti ho tirato dentro tutto questo schifo mio malgrado, pensò, divenendo all’improvviso malinconico. Il suo interlocutore lesse nella sua mente e si sentì leggermente in colpa.
“Se non se la sente di rispondere... ”
“Sì, me la sento. Bones sta male, vomita di continuo, ha giramenti di testa. E tutto questo è iniziato dopo che... ho scelto di frequentare Emmerich con costanza.”
“Dunque si accusa del suo malessere.”
“Se due più due fa ancora quattro.”
“Non sono un po’ troppi questi fardelli?”
“Decisamente troppi. Ma da una vita ho capito che scaricare le proprie colpe sugli altri non porta da nessuna parte.”
“Molto nobile da parte sua, anche perché magari un altro al suo posto avrebbe dato la colpa a... ”
“Non tiriamolo in ballo!”, gridò, mettendo subito a tacere l’argomento più spinoso di tutti. Non lo faceva per un senso di protezione nei riguardi dell’ex collega carcerato. Ma non si sentiva in grado di trattare la questione, fosse anche con qualcuno fidato come Sweets. Un giorno, forse, si sarebbe sentito a suo agio a parlare di quell’argomento, in quel momento preferiva il silenzio e la riflessione.
“Ma prendersi la responsabilità di tutto... di Brennan, della questione mostro della centrifuga... finirà per schiacciarla. Se già non lo sta facendo.”
“Lo so.”
“Crede di meritarselo?”
“Che ne dici? Me lo merito?”. Booth fece un’espressione a metà strada tra il sarcastico e l’abbattuto. Giacché era il responsabile numero uno di tutto quel disastro, tanto valeva affrontarlo... oppure il terapeuta voleva far intendere che se ne sarebbe dovuto lavare le mani?
“Sweets, l’unico motivo per cui ho accettato la terapia è perché non voglio farmi cacciare dall’FBI ma, soprattutto, perché voglio aiutare Bones.”
“Allora se vuole aiutarla, deve fidarsi di me.”
“Mi fido di te.”
“Non è questo l’atteggiamento giusto.”
“E quale sarebbe quello giusto?”
“Non impedire al tuo inconscio di recepire il mio di aiuto.” Aggiunse con un tono meno formale:
“Non impedire al tuo cuore di ritrovare il sentiero della verità.”
“Cosa ti fa pensare che lo stia impedendo? Voglio anch’io la verità. O davvero pensi che mi sia rassegnato all’idea di aver... di essermi affezionato ad un assassino?”
Sweets sorrise fiero di sé.
“Sono arrivato almeno a farle ammettere questo. Smetta di pensare a lui come all’assassino, ma come alla persona che l’ha fatta innamorare.”
“Sembra molto facile detto così.”
“Non ho detto che sia facile, ma se non accetta questo non arriveremo mai a parlare del vero disagio che si annida in lei.”
“Sarebbe?”
“È palese. Il suo problema principale non è l’essersi fatto abbindolare da un probabile criminale. Ma è l’identità del criminale stesso.”
“Non capisco... ”
“Non è mai riuscito a perdonarsi il fatto di essersi innamorato di un uomo” sentenziò.
Il silenzio che ne seguì rumoreggiò più forte di una folla inferocita.


Una volta fuori dallo studio, Booth ne convenne. Era successo tutto così velocemente! La vacanza a Culpeper gli era sembrata una buona idea. Ian era reduce da un periodo di stress senza precedenti. Era stato rapito e in seguito violentato da colleghi e giornalisti. Si sarebbe preso cura dell’amico per qualche giorno. Che c’era di strano? Era innato, in lui, il desiderio di proteggere le persone a cui teneva. Da Jared a Rebecca, da Parker a, ovviamente, Bones. Che c’era di male se estendeva il suo affetto al caro amico-collega? Per quanto fosse stato a lungo riluttante ad ammettere l’attrazione per lui era oramai palese ciò che provava. Era tangibile.
E proprio nel momento in cui si era lasciato andare, con grande fiducia, permettendogli di dividere lo stesso tetto con lui e suo figlio, ecco la stangata! Aveva familiarizzato con l’omosessualità da una manciata di minuti e subito l’angelo della giustizia era arrivato a punirlo! A riscuotere il prezzo delle sue colpe. Per mano della passione, era riuscito a mettere da parte tutti i retaggi culturali che lo tenevano lontano da simili azioni. Ma nel momento in cui l’oggetto della passione stessa era venuto meno, scortato dalla squadra d’assalto verso la volante della polizia, tutta la colpa per essere sceso a compromessi con il demonio tornava ad assalirlo.
Sweets aveva ragione. Solo venendo a capo del suo amore sbagliato, magari accettandolo per quello che era, avrebbe affrontato il vero problema: la colpevolezza di Emmerich.

1 commento:

Alex G. ha detto...

Voglio il seguito! Povero Liam ha scoperto il tradimento del suo amore, ma allo stesso tempo è attratto da William. Chissà se il fato li farà incontrare? Qualcosa mi dice di sì (conoscendoti). Continuala che sono super curiosa