domenica 7 giugno 2009

Borderline, capitolo 9




WARRING: abuso sessuale. Linguaggio violento e scurrile


“Dove eri finito?” William accolse l’amato a braccia aperte.
“Discorso favoloso.”
“Hai sentito?”
“Ne parlano tutti.” Era imbarazzato. Tra i presenti era l’unico, forse, a non aver udito nulla dell’accorata richiesta, apparsa così genuina e spontanea.
“Ora torniamo a casa però, mi sento stanco...”
“Stanco? Ma non abbiamo neanche cenato! Il buffet è solo l’aperitivo. Tra poco ci indicheranno il nostro posto a sedere e i camerieri ci delizieranno con dei manicaretti degni di un sovrano.”
“In effetti sono affamato. Mangerei un due polli interi. Solo che avrei preferito a casa nostra, magari sul tappeto davanti alla tv.”
“Sei proprio un inguaribile romantico... beh oggi ti tocca la mondanità. Problema tuo se hai scelto di amare una star…”
Heath sorrise grato. Durante la cena William, sebbene felice della compagnia e delle attenzioni del suo ragazzo, continuava a percepire gli occhi addosso. E non erano occhi qualsiasi, di un fan, di un ex amante, erano proprio di lui... si guardò indietro, prima a destra poi a sinistra.
“Sei inquieto Will?” Heath diede un buffetto su di uno zigomo, era rosso, probabilmente il caldo o forse quell’emozione indefinita che continuava ad infuriargli in petto.
“Niente tesoro,comincio a sentirmi stanco anch’io, appena finita questa splendida cena ce la svigniamo.”
“Perfetto.”

Liam Spancer non aveva perso di vista William un solo attimo. La distanza tra il suo tavolo e quello del direttore d’orchestra non era proibitiva. Non poté far a meno di notare le confidenze con il suo vicino di banco. Stanno insieme, si vede lontano un miglio. Se avessero pomiciato davanti a tutti non sarebbe stato più evidente. Si sentiva geloso, inquieto e geloso... possibile che fosse veramente infatuato? Era una cotta, una discreta cotta che avrebbe potuto gestire, ma aveva deciso a starne fuori e, se da una parte friggeva dal desiderio di farsi avanti, dall’altra la sua fedeltà a Jake la faceva da padrona.
Tenersi alla larga dal biondino che aveva stuzzicato la sua fantasia non era solo un dovere alla coppia, lo faceva per non impazzire. Aveva già capito che un uomo del genere lo avrebbe potuto far uscire di testa, senza sé e senza ma. E non solo perché bello, colto e pieno di fascino. Aveva il fuoco dentro. Bruciava l’aria che respirava. Un piccolo, angelico demonio capace di infiammare il suo letto! Tra di loro la combustione sarebbe stata spontanea. All’improvviso ebbe un’illuminazione. Qualcosa di pazzesco, di irrazionale. Lo vide guardarsi intorno nervoso. INQUIETO. Cazzo ha capito! Mi sta cercando! Ma stava uscendo di senno? William non l’aveva nemmeno visto! Non era riuscito a farsi vedere. Come poteva cercare qualcuno di cui non conosceva l’esistenza? Eppure sono certo, sono sicuro che... mi desidera, forse non quanto lo desiderio io ma... erano vibrazioni quelle che sentiva? Oppure era solo uno sciocco quarantenne in crisi di mezza età che vedeva quello che voleva vedere? A rompere la processione delle fantasie, che tra l’altra cominciavano a farsi davvero oscene, ci pensò Lesley.
“Liam potresti venire un attimo di là, per piacere.” Il tono della donna era triste, malinconico e preoccupato.
“Tutto bene, bellezza?”
“Ti devo parlare.”
“Nemmeno il tempo di finire questi tortellini squisiti?”
“Preferisco di no.”
“Vorrà dire che chiederò il bis dopo. Dov’è finito quel manichino che ti sei rimorchiata?”
“L’ho mandato a cagare.”
“Mi dispiace, immagino già l’argomento di conversazione...”
“Non penso proprio.”
“Lesley che c’è? Sei strana. Più strana del solito.”
“Vieni con me.” Liam la seguì senza controbattere.
Camminarono per pochi metri lungo un elegante corridoio. Alla destra di una grande specchiera adornata dai faretti, trovarono la porta.
Entrarono.
C’era poca luce e una nuvola di polvere aleggiava ancora.
“Senti l’odore di sesso?” domandò la donna con voce tremante. I suoi occhi celesti si fecero lucidi.
“Si tratta di un modo per darmi prova che hai scopato con l’appendiabiti?”
“Liam... mi dispiace...”
“Che cosa, che cosa stai cercando di dirmi?” ora l’espressione di Liam tradiva inquietudine. Anche se la sua mente era ancora anni luce dalla rivelazione che avrebbe udito pochi secondi dopo.
“Ti voglio troppo bene per nascondertelo. Anche se so che farò male... molto male, ma è giusto che tu lo sappia.”
“Spara, farà crollare l’Hotel questa notizia?”
“Sì, mi auguro di sì. Ma perché devo essere proprio io cazzo!” si toccò i capelli nervosa.
“Parla.”
“Ugo ed io siamo venuti qui per una sveltina.”
“Me l’ero immaginato.”
“Quando abbiamo sentito aprire la porta... e... e ci siamo nascosti dietro quel divanetto.”
“Sì?”
“Si trattava di una coppia che ha avuto la nostra stessa idea.”
“Però, magari loro hanno concluso, da qui l’odore di sesso.”
“Liam, ascoltami senza parlare. Erano due...due maschi. Uno vestito da cameriere, l’altro un biondino niente male. All’inizio pensavo ad una tresca tra uno della servitù e un invitato. Mi era sembrata anche interessante come situazione ma poi...”
“Cosa?”
Abbassò la testa prima di rivelare la condanna: “Quello non era un cameriere vero...era... si trattava di Jake... Jake vestito da cameriere.”
“Piccola, rilassati. Ti sei sbagliata. Jake stanotte lavora non può essere assolutamente lui ti assicuro.”
“Purtroppo no. Era lui. L’ho visto. Hanno parlato anche delle Barbados, che l’altro, il biondino intendo, gli sarebbe mancato. Liam questa tresca va avanti da parecchio se ho capito bene...mi dispiace.” Lesley era distrutta. Liam si sentì come se improvvisamente la terra lo stesse risucchiando verso il nucleo.
Jake era stato in quella stanza?
Aveva fatto sesso con un altro?
Un uomo biondo? Uno degli invitati sicuramente
“Non ci credo voglio dire... non lo so, non c’è margine d’errore dici?”
“Purtroppo no.”
“Hanno fatto sesso.”
“Sì.”
“E tu hai visto e sentito tutto.”
“Mi dispiace Li... mi sento... Così...”
“Una scopata... Jake si è fatto una bella scopata con questo tizio... mentre io ero di là...”
“C’è dell’altro.”
“E cosa? Erano in tre? Hanno fatto sesso di gruppo? Sadomaso? C’erano pure degli animali?” l’ironia di Spancer tradiva tutto il disgusto e la delusione che provava. Se essere cinici aiutasse
“No intendo dire che... sembravano molto innamorati. Jake sembrava così... così coinvolto, emotivamente non solo fisicamente. E poi non è giusto che tu sappia i dettagli!”
“Invece li voglio sapere.”
“Liam ti conosco, ora so già quello che stai per fare. Vuoi addossarti la colpa. Ora dirai che Jake ti tradiva perché tu lo trascuravi, perché non gli davi abbastanza amore.”
“Cosa ti fa pensare questo di me?”
“Lo hai sempre fatto. Sempre. Lo hai difeso, protetto, messo su di un piedistallo. Idolatrato come fosse una musa. Una madonna dipinta. Ed era affascinante tutto questo. Ma ora non ti permetterò di ritenerti responsabile. Hai capito?”
“A questo punto dimmi chi è il ragazzo biondo.”
“Non lo conosco, non ho idea di chi sia.”
“Ma sapresti riconoscerlo. Se ora ci facciamo tutti i tavoli uno ad uno sapresti dire... è lui, giusto?”
“Penso di sì. “
“Allora andiamo.”
“Che vuoi fare? Non vorrai commettere qualche sciocchezza?!”
“Non lo so, deciderò al momento. Magari troviamo anche Jake. Evidentemente oggi al reparto non c’era molto lavoro, e magari lo troviamo accucciato sotto il tavolo che glielo sta ciucciando. Oppure lo sta prendendo in bocca da tutti gli uomini del tavolino.”
“Ora stai esagerando. Stiamo parlando di Jake non di una squallida puttana!”
“Tu non conosci Jake. Darebbe via un rene per un orgasmo prostatico, neanche a dire che non gliene procuri abbastanza! Ora si spiega perché ultimamente lavorava sempre di notte, tutte quelle assenze prolungate!”
“Ok, ha una relazione, capita!”
“Basta chiacchiere Lesley, portami da lui.”
“No, se non ti calmi.”
“Mi vedi forse nervoso?”
“Esatto. Incazzato come sei potresti commettere qualche danno irreparabile. Li, pensa alla tua posizione, a quanto hai lottato per arrivare dove sei... ”
“Da professore di chimica a magnate dell’industria. Non ti preoccupare, saprò reprimere i miei peggiori istinti .”
“Me lo auguro proprio.”
Spancer seguì la donna fin dentro la sala. Camminarono attorno ai tavoli imbanditi ancora occupati dai commensali. Quasi tutti occupati.
“Potrebbero essersene andati, oppure sono qui ma chissà dove.” Come colto da un’emicrania improvvisa Liam si toccò la testa. Ben presto si rese conto che doveva rimettere. Fece appena in tempo ad entrare nel bagno.
Dove sarai Jake? Magari dietro ad una di queste sei porte. Magari te lo stai facendo farcire da qualcun altro... no, sei ancora con lui. Ma certo! Lesley dice che quell’uomo è importante per te. Come era possibile? Aveva lasciato che Jake lo tradisse e chissà da quanto tempo andava avanti... non se lo poteva proprio perdonare.
Il conato di vomito passò ma in ogni caso restò nel bagno.
Un uomo sulla quarantina entrò e lo squadrò per qualche secondo. Riconoscendolo gli sorrise.
“Liam Spancer!”
“Brian Osvold”. Si fissarono per una dozzina di interminabili secondi. Quando la tensione si fece troppa, l’altro osò una proposta degna del luogo che li ospitava.
“Senti... Spaner, perché non entriamo? Sarebbe stupendo se mi lasciassi... ”
“Vuoi succhiarmi l’uccello?” ringhiò.
“Ehm... mi piacciono quelli che non parlano per giri di parole.”
Liam lo squadrò disgustato. Piccolo, pelato, effeminato. L’antitesi di Jake.
“Scommetto che non vedi l’ora lurido frocietto.”
“Perché tu insulti me? È risaputo che sei gay!”
“Perché io a differenza tua non devo elemosinare sperma nei cessi. Io ho un ragazzo d’oro che mi aspetta a casa.” Già quando non è occupato a prenderlo in culo da un certo biondino…“Senti, se devi fare tutte queste cerimonie per una scopata tornatene dal tuo fidanzato.”
“No! Ora mi hai fatto arrapare, e ora mi fai il lavoretto!” berciò.
“Ok, ok non scaldarti tanto.” S’infilarono nel secondo bagno. Quasi si strappò i pantaloni per aprirseli.
“Quanta foga... non scappa mica la mia bocca.”
“Lurido frocio, sta zitto, prendilo e finiscila di parlare a vanvera!” Liam era fuori di sé. Nonostante la bruttura della situazione la sua erezione era degna delle migliori occasioni.
Brian lo guardò estasiato.
“Madre natura ti ha graziato... sei stupendo quaggiù come lassù.”
“Finiscila di parlare, è l’ultima volte che ti avviso prima di spaccarti l’osso del collo!”
“Va bene...come sei bruto” replicò in falsetto. Di fatti, di lì a poco non fu proferito nessun suono verbale. Solo il sottofondo del risucchio e dei lamenti rochi di Liam. I gemiti si trasformarono in una nenia che diceva: “Jake...Jake... amore... mio... perché...perché...” era come se il lurido, meschino piacere che il suo corpo stava provando lo stesse sgretolando dentro.
L’accovacciato smise di fare quello che stava facendo con tanto ardore.
“Hai detto qualcosa? Va tutto bene Liam?”
“Basta! Mi hai davvero stufato! Tu e la tua schifo di voce. Tu e il tuo parlare” con un calcio lo spinse addosso al muro. Bloccò il suo respiro stringendo un cappio attorno alla sua gola.
“Checca schifosa, ora ti tappo la bocca per bene. Così non parli più di certo” e lo fece. Lo seppellì con i suoi ventiquattro centimetri finché il poveraccio non iniziò a emettere rantoli di dolore. Il pene era spinto fino alla base, sino ai peli pubici. Brian non riusciva più a trattenere i conati di vomito. Ma Liam, senza pietà continuava a premere la punta verso le tonsille. L’orgasmo partì da sotto i testicoli per poi propagarsi lungo la spina dorsale. Stava venendo ma non sentiva nulla di esaltante. È come farsi una sega, altrettanto squallido. Pensò. Quando ebbe terminato si scansò.
Brian Osvalt restò per alcuni minuti rantolante e boccheggiante. I suoi occhi erano pieni di lacrime e il colorito del suo volto si era fatto verdastro. Aveva rischiato seriamente di morire soffocato.
“Ti è piaciuto il trattamento, troia? Era buona la mia sbobba?”
“Tu... tu...
“Non provare a minacciarmi adesso. E comunque sai che non puoi dirlo a nessuno. Cosa ne penserebbe tua moglie e il tuo ricco suocero se scoprissero che ti piace succhiare i cazzi nei cessi?” mentre pronunciava con tono sprezzante quelle parole tornò in sé. Ma che ho fatto? Che cazzo ho fatto?!Era stato proprio lui a ridurre quel poveretto in quello stato? Quasi ad ucciderlo? Disgusto da tutto e soprattutto da se stesso, si allontanò dai bagni. Scappò letteralmente dall’hotel sperando di buttarsi tutto alle spalle e alla svelta.

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