lunedì 22 giugno 2009

Borderline, capitolo 11


Capitolo 11


William ordinò un pranzo stupendo. Vanilla e Stacy arrivarono in perfetto orario. Ma Heath non c’era.
“Ha un’audizione.”
“Lui è sempre indaffarato. Mentre per me solo queste cazzo di proposte oscene!”
“Quali proposte oscene?”
“Lo sai...l’allattamento. Un tizio mi ha proposto di girare un porno soft con il latte.”
“Mio Dio devo vomitare” teatralmente s’infilò un dito giù per la gola. “E poi dicono che noi gay siamo i perversi.”
“Già, pare che un sacco di bastardi si eccitano con una bella tetta che schizza. Non me la sto passando bene, economicamente parlando e ti dico la verità. Un pensiero ce l’ho fatta. Se tengono i loro schifosi uccelli lontano dalla mia passera e dalle mie tette, beh si può fare.”
“No, la mamma della mia figlioccia non fa porno. È escluso.” Si alzò risoluto. Aprì un cassetto posto nel mobile adiacente la porta d’ingresso. Tirò fuori il libretto degli assegni. Ne staccò uno consistente per la sua amica del cuore.
“Will... io”
“Sai che non devi ringraziarmi. Io e Heath siamo un po’ i genitori di questa bambina meravigliosa. E abbiamo abbastanza denaro da buttarlo in sciocchezze. Mentre lei ha bisogno di crescere.”
“Ma sono diecimila dollari! Cazzo, Will, dovresti sentire prima Heath.”
“Non ti preoccupare, lui sarà d’accordo.”
“Cosa ci faccio con tutto questo denaro?”
“Lo metti a parte. Ci fai il guardaroba nuovo. Ci paghi un escort. Ma lontano dai porno e dai maniaci sessuali.”
La donna sorrise grata per poi asciugarsi le lacrime commossa. “Perché ho due amici fantastici come voi? Che ho fatto per meritarmeli?”
“Perché sei tu fantastica. Perché ci permetti di spupazzare quest’angioletto delizioso e poterla crescere come nessun altro ci avrebbe consentito. Perché ti amiamo.” Proprio in quel momento la bambina fece un grido di gioia. Tutti e due si abbracciarono e, nel farlo, strinsero lei che si ribellò con un vagito.


Il JFK pullulava di turisti e viaggiatori vari. Liam e Jake attendevano di essere imbarcati. Nei loro volti non c’era l’eccitazione della partenza, né la rilassatezza per i futuri svaghi. Liam continuava a torturare il pennino del suo BlackBerry e Jake si mordicchiava le unghie. Aveva provato e riprovato a chiamare Heath quella mattina ma non c’era stato niente da fare, irraggiungibile! Aveva bisogno di lui, aveva soprattutto bisogno di fargli sapere gli ultimi sviluppi della sua storia con Liam. Partire senza avergli raccontato nulla sarebbe stato un protrarre il dolore, quel sordido malessere, per un tempo assolutamente non necessario. E sapeva che provare a contattarlo dall’estero sarebbe risultato estremamente complicato. No, tanto valeva fare come si erano promessi la sera prima: attendere che l’esilio finisse per poi scaraventarsi l’uno tra le braccia dell’altro e cominciare... cominciare qualcosa insieme, di diverso, di vero.
Jake sapeva solo guardandolo cosa stava pensando Liam. Probabilmente a tutte le volte che gli ho detto che aveva un cesareo ogni notte, troppe pazienti. Tra una considerazione e l’altra si sbucciò una banana. Un tipo con un cappelletto dei Lakers gli fece gli occhi dolci. Sospirò sconsolato.
“Non è colpa tua, quando si è così sexy mangiare una banana in pubblico è sconveniente.” Suggerì Liam andandogli a sedere vicino.
“Baciami, così la smette di guardarmi.”
“Non mi sembra il caso...” Spancer si guardò intorno indicando tutte le persone che avrebbero potuto trovare da ridire.
“E poi tra qualche ora saremo su di una splendida isola caraibica. Avremmo tempo di darci tutti i baci che vogliamo.”
“E prima? Uno piccolino, magari in aereo.”
“Assolutamente sì, piccolo.” Gli accarezzò la guancia paternamente.
Il volo fu interessante. Jake e Liam chiacchierarono quasi ininterrottamente. Del tempo, di Obama, di football, della donna che aveva partorito due gemelli senza cesareo né epidurale.
Una volta arrivati in terra straniera si sentirono finalmente in vacanza. E dunque consci di potersi dare alla pazza gioia. Prima di cena fecero un lungo riposino che li vede addormentarsi castamente abbracciati e con tutti i vestiti in dosso. Liam si svegliò per primo. Si fece una lunga doccia, la barba. Poi scese per comprare dei dolcetti da far trovare a Jake appena sveglio. Quest’ultimo si stiracchiò discostandosi dalle lenzuola.
“Che meraviglia! Cappuccino freddo e dolcetti al cioccolato. Questo sì che è un risveglio grandioso!” Liam si andò a sedere accanto.
“Ti sei dimenticato una cosa, mio caro Liam...” aggiunse.
“Una rosa sul vassoio?”
“No, piuttosto un bacio con la lingua...”
“Già, hai ragione.” Si piegò su di lui. Catturò il labbro inferiore tra i denti. Lo succhiò. Entrambi si eccitarono parecchio. Il vassoio fu gentilmente posato al comodino accanto. Il bacio si fece infuocato. Le bocche dardeggiarono come i denti e le lingue e la saliva dell’uno passò nella bocca dell’altro mischiandosi come l’acqua col sapone. In un impeto di passione Liam sbottonò strattonandolo il jeans per poi farlo passare oltre i polpacci assieme ai boxer. Una volta nudo, Jake divaricò le cosce ansimando.
Liam lo prese senza l’ausilio del gel lubrificante. La danza ebbe inizio rendendo il clima arroventato. I gemiti soffiarono nella bocca dell’altro. L’impeto dell’attivo si fece più pressante, e l’altro non riuscì a più a trattenere le urla estatiche.
“Ti amo” gridò nel suo orecchio. L’altro rispose con un sorriso amaro.
“Lo so che mi ami... lo so. Allora perché mi hai tradito?” Jake lo sapeva. Sapeva che il digiuno riguardo l’argomento ‘corna’ si sarebbe rotto durante il primo assalto sessuale. Confuso dal piacere pressante non disse niente. Fu a quel punto che sentì venire meno la profanazione. Liam si tolse del tutto lasciandolo basito. Al ginecologo sembrò che fosse terminato l’ossigeno.
“Tesoro, perché ti sei fermato? Lo sai che non mi piace quando fai così.”
“Devi rispondere: perché mi hai tradito se mi ami?”
“E se non lo faccio? Cercherai di soffocarmi con il tuo uccello come hai fatto con quel tizio nei cessi dell’Hotel?” lo sfidò.
“Potrei fare di peggio, potrei mettere a nanna il mio uccello e lasciarti così, ansimante e supplicante. Sono certo che ti farebbe meno male se tentassi di infilarti tutto il cazzo in gola.”
Jake deglutì. “Te lo dico, ok. Ma ricomincia a farmi l’amore” negoziò con dolcezza. Liam accettò e tornò a sdraiarsi su di lui. Lo fissò negli occhi intensamente cercando di non lasciarsi sopraffare da quelle pozze incredibilmente blu. Ne era a dir poco soggiogato. Scivolando dentro ricominciò a muoversi.
“Ti ho tradito perché...perché... lo amo. Sì, Liam amo anche lui. Amo Heath, ma in maniera diversa da come amo te.”
“Quale maniera?” Jake non voleva rispondere. I colpi ben ponderati stavano stimolando la sua ghiandola prostatica in maniera costante e risoluta.
“Così non ce la faccio... non è dialogo... ”
“Lo ami in maniera differente, che intendi?”
“Lui non è te, non lo sarà mai. Ma non posso fare a meno di te, come non posso fare a meno di lui!” affermò tutto d’un fiato. I colpi di bacino si fecero più ravvicinati. Liam stava volutamente colpendo il rigonfiamento all’interno del corpo. Lo sentì vibrare da dentro e lo vide chiudere gli occhi e perdersi nell’orgasmo imminente.
“O mio dio... o mio dio... ” esalò prima di essere invaso dalle contrazioni. L’apice era sempre così: meraviglioso e doloroso. Inquietante. Lo provava da oltre dodici anni, ora anche da due uomini diversi, e ancora non se ne capacitava. Liam attese che i fremiti si placassero. Uscì quasi in silenzio. Si sdraiò accanto a lui.
Jake attese che il proprio respiro tornasse al ritmo normale. Poi si alzò per andare a sdraiarsi sopra di lui.
“Presto o tardi mi ucciderai di piacere” sussurrò cercando con la mano il grosso pene eretto. Lo accarezzò qualche secondo prima di tornare ad usufruirne appieno.
“Tu mi uccidi e basta, piccolo” esalò quando iniziò a muoversi con decisione. Raggiungere l’apice fu solo una questione di poche spinte. Il ragazzo dagli occhi chiari si lasciò andare su di lui. Assaporò la pelle calda e sudata. Il suo odore era piccante ma non fastidioso. Persino le ascelle sapevano di buono; sempre. Difatti, adorava baciarlo e leccarlo anche in quel punto. Peccato che mentre lui gli sussurrava parole piene d’amore si ritrovò a pensare all’amante. Come mi manchi, come mi mancano i tuoi baci. Si sentiva un traditore, è vero. Ma fino ad un certo punto, prima o poi, sempre se avesse scelto di stare solo con Heath, anche Liam gli sarebbe mancato, eccome se gli sarebbe mancato...



L’audizione si rivelò un mezzo fiasco. Gli chiesero di cantare una strofa di sound of silence dei Simon and Garfunkel. Non era esattamente il suo genere. All’una precisa si ritrovò al diciassettesimo piano del suo appartamento. Stacy e William avevano già iniziato a mangiare. Addentavano delle patatine al forno strisciandole prima nel ketchup come se spegnessero un mozzicone di sigaretta.
William si alzò in piedi per accoglierlo. Si diedero un bacio sulle labbra confidenziale ma privo di sensualità. Heath si sentiva lo sguardo severo della donna. Succedeva ogni volta.
“Dove è la mia piccolina?”
“Ha mangiato una quantità industriale di pappa e poi è svenuta.”
“L’abbiamo messa nel tuo letto tra due cuscini. È un amore” rivelò Will facendo gli occhi dolci. Prima di iniziare a mangiare il cantante andò nella sua stanza per rubare un bacino alla sua figlioccia. Si sentì emozionato. La stava perdendo... Non c’è nemmeno da pensarci: se rompo con William non ci vedremo più piccolina mia. Non potrò cantarti più niente. Si sentiva commosso ma non pianse. Ormai era deciso: quando Stacy se ne sarebbe andata avrebbe parlato al suo uomo di Jake. Avrebbe rivelato ogni cosa, compresa l’intensione di rompere. Sempre se non me la faccio sotto prima.
“Allora, raccontaci come è andata!” chiesero quasi contemporaneamente una volta che si unì alla combriccola per mangiare.
“Cosa dire... mi faranno sapere, come al solito.”
“Bastardi” commentò gutturale la sua collega. Gli diede un buffetto sulla guancia. Il primo gesto affettuoso dopo mesi. Non ne avevano più parlato. L’argomento ginecologo sexy era finito in cantina tra le scartoffie da dimenticare. Una volta che Vanilla fu sveglia Stacy fece sapere che aveva da fare. Un misterioso appuntamento... “Lasciala, come fai a vedere un uomo con una poppante al seguito?” fece sapere l’aitante direttore d’orchestra sorridendo.
“Non è quel genere di appuntamento. Forse il tipo mi da lavoro.”
“Davvero? Cosa aspettavi a dirlo?” Heath era genuinamente sorpreso.
“Non statemi addosso. Si tratta di un lavoro da babysitter, niente di ché.”
“Proprio tu!”
“Sì, Will, proprio io! Devo occuparmi dei suoi due mocciosi. Gemelli di cinque anni, allo stesso tempo potrò badare a Vanilla. È ricco. Ha una bella casa, e potrebbe persino piacermi.”
Il cantante fece spallucce fissandola con genuina incredulità.
“Heath non guardarmi così, non sto rinunciando a cantare. Ma è troppo importante lavorare con questa crisi e tu lo sai.”
“Fai bene, e ti piacerà. Vedrai che saranno due magnifiche pesti quei due ragazzini.”
“Grazie per l’incoraggiamento William, non so cosa farei senza di te!” sorridendo si accommiatò dalla coppia. Una volta soli i discorsi caddero inevitabilmente su quella scelta coraggiosa e prudente, forse troppo prudente?
“Pensi che anche io prima o poi finirò per fare il dog sitter o qualcosa del genere?”
“Che scemenza. Con il tuo talento tesoro? E poi non serva che ti ricordi che tu, a differenza di Stacy hai un marito che porta a casa un sacco di quattrini.”
Heath si mangiò un unghia prima di dire tutto d’un fiato: “E se non fossimo più insieme?”.

Dopo aver fatto l’amore Liam e Jake trascorsero il resto del pomeriggio in spiaggia tra Martini e musica caraibica. Cenarono a bordo piscina in un atmosfera assolutamente perfetta. Nessuno avrebbe potuto immaginare lontanamente che la loro storia fosse in dirittura d’arrivo. Civettavano come se fossero alla prima vacanza. Luna di miele in tutto e per tutto specialmente tra le lenzuola. Il tradimento confidato da Jake sembrava aver messo ancora più carburante sul fuoco alla loro già scoppiettante intesa sessuale. Liam lo prese più volte quella notte, persino mentre dormiva. Poi però era stato Jake a svegliarlo con un’appassionata fellatio. In tarda mattinata si decisero a scendere per un’abbondante colazione. Dopo una manciata di ore tra spiaggia e piscina tornarono in camera per fare di nuovo sesso e dormire e ancora sesso, sesso, sesso! “Per colpa tua una volta a New York dovrò consultare un chirurgo plastico. Per rifarmi il sedere! Ne hai abbondantemente abusato.” Liam fu tentato fortemente di fare una battutina acida in riferimento al suo amante che lo attendeva al ritorno. Te lo rifai per lui? Fu colpito da un dubbio subitaneo. E se fosse stato voluto? Lo stava facendo di proposito ad abusare dell’adorabile di dietro al punto da renderlo quasi ‘inservibile’ per chi sarebbe sopraggiunto dopo? Era una scemenza. Jake aveva perso la verginità a quindici anni. Da quel momento il sesso anale per lui era stata una consuetudine come lavarsi i denti dopo i pasti. E Liam, nonostante i famigerati ventiquattro centimetri, non si era trattenuto mai. Non amavano trattenersi. Nessuno dei due.
La settimana alle Barbados giunse al termine. Era stata proprio una bellissima vacanza. Entrambi più belli con l’abbronzatura. Nel caso di Jake esaltava gli occhi chiari.
Una volta nell’attico i due uomini scelsero poltrone distanti dove sedersi. Questa volta non potevano rimandare l’argomento. Tema trattato solo durante il coito. Dovevano per forza di cose affrontare la questione. Fu Liam ad aprirsi per primo.
“Te ne vai?”
“Dove vuoi che vada? È una settimana che Heath ed io non ci sentiamo. Non so nemmeno se poi l’ha fatto.”
“Cosa?”
“Mollare il suo boyfriend.”
“Non mi avevi detto che stavi rovinando un’altra famiglia.” Jake sorrise deliziato. Doveva chiamare Heath, alla svelta. Chiaramente non davanti a Liam.
“Fatti una doccia.”
“Ne ho bisogno, vero?” si annusò la maglietta costando che in effetti sapeva ancora troppo di Barbados.
Jake lo vide sparire in direzione del bagno.
Prese in maniera concitata il telefonino appena carico.
Uno, due, tre, quattro squilli. La voce poco brillante di Heath gli scaldò il cuore.
“Sei tornato. Perché non ti sei fatto più sentire?”
“Non sono riuscito a chiamarti, problemi di linea e, ti confesso, ho voluto che questa settimana fosse veramente tutta per me e Liam, puoi capirmi?”
“Non lo so... cioè posso solo dirti che per me è stata la settimana più brutta della mia vita!”
“Amore, che è successo?”
“Se riesci a venire qui ne parliamo dal vivo. Sono all’Embassy, sulla settima.”

2 commenti:

Jivri'l ha detto...

Che settimana hot hanno trascorso Jake e Liam!XDComunque sono curiosa di sapere la reazione di Will quando Heath gli ha detto di averlo tradito. Posta presto Giusyyyyyyyyyyyyy!!!!!^__^

Alex G. ha detto...

Mio dio che vacanza di fuoco Liam e Jack, ma cosa deve raccontare Heath a Jake? Io ho qualche idea, ma nn vedo l'ora di leggere il seguito.