mercoledì 10 giugno 2009

Borderline, capitolo 10




“Ti va di fare l’amore? No, non rispondere, ho già capito. Non ti va, si vede che hai l’aria stanca, preoccupata. Che ti succede, dolcezza?” Heath se ne stava seduto sulla poltrona della sua camera da letto. William l’aveva raggiunto vestito solo di un asciugamano legato alla vita.
Se lo guardo gli salto addosso, però non voglio, io... io non voglio tradire Jake! Era grave, davvero grave. Quello era il punto di non ritorno, quello era l’inizio della fine. Eppure era stata una festa talmente perfetta, almeno fino all’arrivo di Jake. Dopo era andata bene anche il resto della serata. Fintantoché la felicità post orgasmica non si era esaurita del tutto. Ora si sentiva spompato, come se gli mancasse l’ossigeno. Voleva il suo ginecologo, voleva anche non far male a William. Sapeva che quella possibilità non esisteva. La realtà era che qualcuno avrebbe sofferto, qualcuno o anche di più qualcuno.
Se io lascio Will, Jake farà lo stesso con Liam... quella era la verità. Ora doveva solo decidere. Aveva abbastanza palle per mollare il suo meraviglioso direttore d’orchestra? Probabilmente no.
“Ti dispiace?”
“Vuoi dormire subito? Ok me ne vado.”
“Sicuro che non te la prendi?”
“No, nel senso di sì, cioè mi dispiace. Ma non voglio forzarti.”
“Non è mai stato uno sforzo e lo sai bene.” William gli camminò dietro. Prima di lasciare la sua stanza non poté fare a meno di accarezzare i lunghi capelli biondi.
“Ti amo così tanto Heath. Sono un drogato d’amore. Passerei ogni singolo istante tra le tue braccia. Sono messo male, eh?”
Oddio...
“Un’altra parola e mi fai cambiare idea... ma sai quelle serate che proprio ‘lui’ non vuole collaborare?” guardò la parte alta dei propri pantaloni.
“Si è rinchiuso nel suo guscio? Sai che sono molto bravo con le contrattazioni. Se vuoi ci metto un secondo a farlo uscire fuori a braccia alzate!.” Quella di Heath era una palese bugia. Solo l’averlo visto quasi nudo l’aveva eccitato. Ma era un’eccitazione d’abitudine. William non gli sarebbe stato indifferente nemmeno durante un attacco terroristico! Sarebbe riuscito lo stesso a scoparselo. Da oltre tre anni non pensava ad altro, che cosa era cambiato? Jake...
“Ammetto che è una proposta interessante.”
“No, basta giocare. Notte tesoro, e se cambi idea sai dove sono.”
“Sicuro.” Dopo che William ebbe chiuso la porta Heath si portò le mani dietro la nuca. Tornò a guardare in direzione del suo pacco. L’erezione premeva dolorosa.
“Sei proprio un cazzo senza sentimenti. Hai fatto i tuo comodi con Jake e ora, ingordo come sei vorresti divertirti con Will, ma ce l’hai una cazzo di scienza?” sbuffò. Stava accusando il suo’ fratellino minore’ per non prendersela con se stesso?
So di essere un gran traditore. Devo farmi coraggio. Ok, ho deciso, sarà doloroso ma domani. Si, domani gli parlo.


Liam prese trenta gocce di valium per essere sicuro di dormire. Quando di fatti si svegliò il sole allegramente invadeva la stanza di letto sua e di Jake. Il suo ‘maritino’ fedifrago non era tornato.
Sarai con lui? Controllò l’ora, non erano ancora le otto. Il suo turno finiva alle sette circa, il tempo di fare la doccia e prendere la metro. Si toccò i capelli. Stranamente, nonostante il disastro in corso, si sentiva felice. Una felicità da pazzi, come se fosse uscito di senno. Ma il motivo di quella strana sensazione non erano le corna. No, non stava sperimentando una forma di masochismo. Era il pensiero di William a scaldarlo... era successo tutto in una sera: aveva scovato William, aveva molto probabilmente perso Jake.
Con la razionalità del caso poteva ancora fingere quasi che non fosse successo nulla. Di fatti ancora non era convinto che fosse tutto vero. Lesley può essersi sbagliata, continuava a ripetersi, aver capito male. Negazione.
Le valige per le Barbados erano tutte ammonticchiate nella stanza degli armadi. Jake e Liam possedevano una camera di oltre trenta metri quadri dove riporre il loro guardaroba. Ognuno il proprio reparto ma spesso, malgrado Liam fosse un po’ più grosso di spalle e leggermente più alto, i vestiti si confondevano. I pantaloni del più vecchio erano indossati dal ginecologo, soprattutto se si trattava di comodi sotto tuta di flanella. Si alzò si scatto dal suo giaciglio. Si chiese se quelle valige avessero ancora un senso. Camminando nella cabina armadio si soffermò sulle camicie dell’amato. Erano disposte in maniera ordinata, quasi simmetrica. Le accarezzò. Avrebbe dovuto odiarlo, sentirsi respinto da tutto ciò che lo riguardava, invece no. Si sentiva commosso. Se c’è un colpevole di tutto questo sono io. Continuava a ripetersi. Sono io che l’ho trascurato. Sono io che non ho fatto altro che saltare da un aereo all’altro, da un consiglio d’amministrazione all’altro. In ciascuno di quegli abiti era racchiuso un ricordo. Dalla prima volta che erano stati a casa dei suoi genitori in California, quella per la festa della sua laurea. La sua preferita, di Gucci. Così elegante e sobria. Così di Jake. Proprio in quel momento il protagonista dei suoi pensieri rincasò.
“Nottataccia. Ho dovuto fare pure un po’ di pronto soccorso. E la tua festa, come è andata?” si avvicinò per baciargli una guancia. “I bagagli sono pronti, che ci fai nella stanza degli armadi?”
“Ti racconterò della festa, hai già fatto colazione?”
“Un plum-cake al volo. Sono affamato, mangerei un bisonte farcito.”
Liam si diresse in cucina. Anche per allontanarsi dall’odore dell’amante. Sebbene la doccia sapeva ancora di ospedale e crema allo zinco per poppanti.
“Ci sono delle ciambelle e posso preparare il caffè. Magari per bisonte intendevi una vera colazione con bacon e uova, giusto?”
“Le ciambelle andranno benissimo” ammiccò. Liam tirò fuori dalla dispensa l’occorrente. Alle ciambelle aggiunse delle cialde e la cioccolata spalmabile che aveva comprato l’ultima volta che era stato a Parigi. Il suo ragazzo ne era a dir poco goloso. Si mise a sedere su di uno sgabello. Jake prontamente si appoggiò sulle ginocchia. Poggiò morbidamente le labbra sulle sue.
“Ma non avevi fame?” chiese Liam.
“Il sapore di nutella è più saporito se c’è il tuo DNA.”
“Il mio DNA?”
“Ti amo, Liam.”
“Lo so” lo fissò per alcuni, memorabili, secondo. “Lo so” ripeté. “Allora perché mi stai mettendo le corna?”


Quella notte William fece un sogno strano. Come protagonista c’era di certo lui. Siccome non lo conosceva, non ne sapeva il nome e non aveva nemmeno la sicurezza che ‘lui’ esistesse, si era inventato un soprannome. Angel. Lui era il suo angelo. Un angelo alto e con grosse spalle, che gli aveva fatto percepire la sua essenza e il suo sguardo per tutta la sera. Quella mattina si sentiva ancora eccitato. Sapeva che la ragione di quel prurito sessuale non era Heath ma un altro. E non se ne sentiva affatto in colpa. Dopo tutto è un angelo. E gli angeli non hanno sesso... pensò malizioso. La mattina non poté fare a meno di masturbarsi. Come un tredicenne che ha bisogno di una sega per riuscire ad infilarsi i pantaloni prima di andare a scuola, William si toccò. Lo fece pensando intensamente a Angel. Sentiva il corpo possente premere sul suo. Pesante e allo stesso tempo leggero, inconsistente. Allungava le braccia per tenerselo vicino, per non lasciarlo andare. Quando fu sul punto di raggiungere l’apice si rese conto che stava facendo troppo baccano. Stava urlando. Si mise a pancia in sotto. Premette la testa contro il cucino per essere sicuro che Heath non si sarebbe accorto dei gemiti. La sua mano si soffermò tra le natiche. Non mi bastano le carezze Angel, ti voglio dentro di me. Sussurrò con il pensiero come se ‘lui’ potesse udirlo. Dal cassetto prese un tubetto di crema gelatinosa. Se la spalmò sulle dita. In pochi secondi trovò la prostata. A quel punto il piacere divenne una tempesta, un vulcano che esplodeva, una forza della natura! Morse le cuscino prima di venire. E non riuscì a fare a meno di gridare a pieni polmoni.
“Ti senti bene?” Heath era entrato senza bussare. William se ne stava quasi svenuto riverso con il volto ancora sul cuscino. Quell’orgasmo l’aveva praticamente steso.
“Sì. Tutto bene.”
“Ti ricordi che oggi abbiamo a pranzo Vanilla e Stacy?”
“Comprerò una bella cena etnica nel drug-stone qui sotto.”
“Lo posso fare io.”
“Ma non hai un’audizione alle dieci?”
“Sì, hai ragione. Meglio che te ne occupi tu.” Heath lo guardò con malizia. “Sembrava molto eccitante... a cosa stavi pensando?”
Da sotto il lenzuolo che teneva fin sopra il mento, William arrossì.
“Non lo so a cosa pensavo, è stata una cosa rapida. E la colpa è la tua... ieri sera mi hai trascurato.”
“Lo sapevo che lo avresti detto!” si piegò su di lui e gli accarezzò le labbra con un bacio.
“Mi sei mancato comunque .”
“Davvero, bel bambino?”
“Si, Will, davvero.” Come avrebbe fatto senza di lui? Come poteva fare a meno del suo quasi quarantenne adorato così bello e così immaturo da masturbarsi come un’adolescente arrapato? Sarebbe stato lungo e doloroso, sarebbe stato tremendo. Basta! Abbiamo ancora un giorno intero... ci penserò e forse ci riuscirò. Si disse. Ma non ne era certo. E poi c’era il pensiero di Jake che partiva per il mare con il suo uomo. Si sentiva geloso di lui. E pensare che la sera prima avrebbe potuto incontralo, Liam Spancer. Cosa si sarebbero detti? Che avevano un magnifico ragazzo da condividere? Dopo tutto Jake era talmente pieno d’amore da dare che non c’era da stupirsi di quella situazione. Sospirò. E decise che sarebbe stato meglio farla finita con tutte quelle considerazioni ed iniziare a vivere quella giornata a partire dall’audizione imminente.


“Liam... ” Jake si tolse dalle sue ginocchia come se avessero improvvisamente cominciato a scottare. Si sentì nudo come un verme di fronte alla platea formata da un milione di persone. Tutti ridevano e lo indicavano,l’intera giuria lo dichiarava colpevole.
Il suo sguardo confermò tutto quello che Lesley aveva detto.
“Ma allora è tutto vero! Perché?! Cazzo Jake, perché?”
Spancer iniziò a girare attorno alla penisola. Era fuori di sé ma non ancora al punto di tirare tazze e barattoli di nutella per aria.
“Non chiedermi perché. Chiedimi cosa provo, piuttosto.”
“Sei innamorato... chiaro, si vede a un miglio. Ora che lo so. Sì, si vede anche da lontano. Come ho fatto a non capirlo prima?”
“Chi te l’ha detto?”
“Questo non ha importanza, dimmi piuttosto. È vero che sei innamorato?” Jake non pensò nemmeno per un attimo di negare. Lo fissò fieramente negli occhi.
“Sono innamorato, sì, da impazzire. Lo amo. Va avanti da tre mesi. Sono innamorato di un altro Li, mi dispiace.”
“Non devi scusarti, se è capitato è... è pure colpa mia.”
“Ma questo non è vero! È solo stato il destino... ”
“Ma quale destino! Tu avevi bisogno di me. Di tutto me stesso. Avrei dovuto prendere un amministratore delegato e lavarmene le mani. Sapevo che non poteva durare in eterno.”
“Non metterla su questo punto. Non sei tu il colpevole, magari se c’è un colpevole è la puttana che è in me.”
“Ma la puttana che è in te voleva solo amore. E dove stavo io mentre tu quest’amore lo cercavi da un altro? In giro per il paese! O a quelle maledette fiere. O a pranzo con qualche schifo di capitano d’industria. Al County club.” Si morse le labbra. “Sarei dovuto stare con te ogni giorno, ogni minuto se occorreva. Dovevo scoparti dalla mattina alla sera. Di notte, in continuazione.”
“Non è che tenendomi il buco occupato avrei... ti sarei stato fedele. Ho conosciuto questo ragazzo meraviglioso e me ne sono innamorato. Riesci a capirmi?”
“Eccome se ci riesco... a me è successo tredici anni fa” si commosse un po’. In realtà qualcosa del genere gli stava succedendo... proprio in quel momento... Willliam. Tornò a pensare a quel direttore d’orchestra biondo e spavaldo. Che scherzi che fa la vita... ora sono qui a rompere con il mio ragazzo di sempre e a chi vado a pensare? A uno che ho appena incontrato ad una party. Dondolò la testa sconfortato.
“A questo punto... non lo so. Vuoi che io resti?”
“E tu vuoi restare?”
“Sì, cioè se tu mi vuoi ancora.”
“E come potrei non volerti ancora?” si avvicinò a lui. Gli catturò il volto tra le mani. Fissò i suoi grandi, immensi, occhi blu. Impossibile perdonarlo, impossibile lasciarlo.
“Lo sai che per colpa tua ho rischiato di ammazzare un uomo ieri sera?”
“Non dici sul serio.”
“Io non scherzo su queste cose... ” Jake abbassò lo sguardo.
“Immagino che le Barbados... salti tutto.”
“Per farti correre dal tuo nuovo boyfriend? Te lo scordi” si scansò da lui. Allargò le braccia indicando il set di valige. “. È tutto pronto. E abbiamo entrambi bisogno di ricaricare le batterie e... ”
“E sarebbe pietoso.”
“Perché? Perché dottore? Perché ti mancherebbe troppo?”
“Non tirarlo dentro. Questa cosa riguarda noi due.”
“Su questo ti do ragione. Ripeto: non te ne faccio una colpa. Ma partiamo. Alle tre, come previsto. E per questa settimana tu sei mio. Ancora mio. Me la concederai un’altra settimana, Jake?”
“E dopo?”
“Come faccio io ad impedirti di... di andartene.”
“Vuoi dire che se smettessi di vederlo tu mi vorresti ancora? Come se niente fosse stato?”
“Non prendiamoci in giro Jake. Non sei stato un santarellino in questi ultimi anni. Cosa credi, so dei ragazzi del college. So tutto. Ho avuto anch’io le mie trasgressioni. Ieri sera in Limousine c’è mancato poco che non me lo facessi succhiare da Lesley! Cioè lei stava scherzando ma io l’avevo presa sul serio. E se me lo avesse preso in bocca probabilmente l’avrei lasciata fare!”
“Per me non avrebbe significato niente.”
“Come non hanno significato nulla tutti gli uomini con cui l’hai fatto. Eri un ragazzino attizzato, volevi sperimentare e io ti ho lascito fare. Come avrebbe potuto durare tanto se ti avessi tenuto stretto il cappio al collo? Quelle esperienze erano zero rispetto a quello che eravamo noi... eravamo. Ora ti sei innamorato. È diverso.”
“È vero Li, è vero. Ma questo non significa... non vuol dire che non ti amo ancora. Io ti amo Liam. E ti amerò per sempre.” Si fissarono a lungo. Per poi sciogliersi in un caloroso abbraccio.

3 commenti:

Alex G. ha detto...

Che capitolo! Povero Liam, ma che bastardo Jake, nn solo nn ha negato di avere una relazione, ma ha anche ammesso di essere innamorato. E William? Si aggorgerà che il suo Heath lo sta tradendo? Io spero di si così si metterà con Liam.
Continua!!!!!!!!!!!!!!!

Unknown ha detto...

Grazie cara, capitolo intenso. Visto che bella immagine ho scelto? Piaciuta? Jake bastardo-traditore sì, ma almeno sincero! E Liam è uno che apprezza la schiettezza, se avesse continuato a menture allora sarebbe stato sul serio un gran figlio di puttana ;)

Jivri'l ha detto...

Io invece mi aspettavo una strage da parte di LiamXD, però lo perdona...sono curiosa di vedere cosa accadrà fra William e Heath. A presto.