mercoledì 4 marzo 2009

Un padre e un padre 5


Notte di Natale



Fu il parroco, naturalmente, a ufficiare la messa.
Padre Julian fece il suo ingresso, questa volta scortato anche da Padre Donald, con un vestito nuovo di zecca. La fascia viola copriva le spalle. La luce nei suoi occhi era di felicità pura. Tra i parrocchiani, naturalmente Pange, con i tre figli. Quando fu l’ora di consacrare le ostie, si spostò verso il ciborio. Aprì il tabernacolo e, dopo essersi chinato e fatto il segno della Croce, si alzò per dare inizio al rito.
Prendete, e mangiatene tutti: questo è il mio corpo offerto in sacrificio per voi. Dopo la cena, allo stesso modo prese il calice e rese grazie: Prendete e bevetene . . . questo è il calice del mio sangue, versato per voi e per tutti in remissione dei peccati, fate questo in memoria di me”.
Si formarono due file. Era inconsueto, ma era la notte di Natale, ed erano venuti in tanti quella sera ad ascoltare la parola di Dio. Naturalmente, Robert scelse la fila di Padre Julian che rabbrividì quando le sue dita toccarono la lingua dell’amato. Si sentì sconcio, ebbro e felice. Di una felicità impura.
A fine messa, furono in molti a salutare il parroco. A fare gli auguri tra abbracci e discorsi vacui. Ma lo sguardo e l’interesse di Julian era tutto per Robert. Lo vide lasciare i bambini a una donna che sapeva essere sua suocera. E restare fermo sull’androne della chiesa. Ad aspettare... ad aspettare.


“Non vai a casa?”
“Ho preferito restare, ti va se resto?”
“Ma è tanto tardi. Io... Robert, dovresti... cioè tu non dovresti stare qui, la messa è finita.”.
“Ho capito, ti scoccia che qualcuno ci vede. Ti aspetto fuori” senza attendere replica, l’uomo uscì dalla chiesa incespicando un po’.

Robert Pange aspettò diversi minuti fermo di fronte al piazzale antistante la cappella. La gente era tornata tutta nelle loro case, le campane avevano da un pezzo smesso di fare din don dan.
Raggiante, vide il suo prete preferito avvicinarsi a lui.
“Non ci speravo più”.
“Dovevo essere certo che Padre Donald fosse al letto”.
“Dici che ha capito tutto?”
“È talmente malizioso. No Robert, finiscila, non c’è niente da ridere” commentò guardando l’amico sghignazzare allegramente. Si ricompose.
“Hai ragione, non è proprio il momento di ridere... ” appena terminata la frase si catapultò sulla bocca di Julian, Un bacio breve, affettuoso e senza secondi fini. Si abbracciarono sotto la pioggia leggera che si stava mutando in nevischio.
“Se restiamo qui sotto tra poco ci trasformeremo in due pupazzi di neve” ruppe il silenzio Robert.
“Ti faccio entrare”.
Si spostarono lungo il portico che conduceva alle stanze nelle stanze dei preti senza passare per la chiesa. Julian era sulle spine. Dall’altra parte del muro, Padre Donald già russava. Robert fece per abbracciarlo di nuovo ma Julian si scansò deciso andando ad atterrare sull’unica sedia.
“Non qui. Non la notte di Natale” fece sapere guardando il pavimento.
“Pensi che cambi qualcosa? Pensi che qui in canonica o a casa mia, la notte di Natale o una notte qualsiasi, cambi qualcosa davvero Julian?”.
“Non capisci io, so solo che... ”
“Dio ci guarda ovunque noi tentiamo di nasconderci, no?”
“Non è questo il punto”.
“Lo so sei a disagio”.
“Si molto, voglio dire: sto bene con te e in questi ultimi tempi sono così felice quando siamo insieme”.
“Ma?”
“Ecco, Robert, il punto è che dovremmo parlare di questa cosa”.
“Ti sbagli, non dobbiamo parlare perché ci siamo detti tutto la notte che venisti da me a prendere il tè. Ti ho detto che ti amo, e tu mi hai detto altrettanto, penso che il resto... ” si avvicinò a lui. Si inginocchiò ai suoi piedi appoggiando le mani sulle sue ginocchia.
“Robert, tu... tu... sei una tale tentazione”
“Non voglio che tu mi veda così, non sono il diavolo travestito da serpente delle sacre scritture. Sono la persona che vuole amarti, darti tutto il suo amore, incondizionatamente. E averne da te”.
“E i tuoi figli? Non è giusto che restino a lungo da soli”.
“Ora non tergiversare. In ogni caso, sono con la nonna”.
“Non lo so... o meglio: so che è bello quello che sta succedendo tra di noi, è potente”.
Pange si tirò su. “Basta indugi. Ora fatti baciare”.



Parole e baci


Robert lo acchiappò per la vita e lo strinse forte a sé costringendolo a sollevarsi. A braccia così forti e decise non si poteva che cedere. Julian alzò il capo per poter guardarlo in viso. Pange gli accarezzò i riccioli biondi che si spandevano sulla fronte. Erano lì solo per farsi depredare dai baci.
“Non dobbiamo arrenderci” disse con poca convinzione quando le bocche furono per un secondo divise.
“Non abbiamo scelta, amore mio, possiamo solo lasciare che le cose prendano il giusto corso.”
“No, questo è solo il sollazzo dei sensi, e tu lo sai! Robert aiutami a essere fedele a Dio”.
“Non la mettere su questo punto. Tu sei più mio che di Dio”.
“Che Dio ti perdoni per queste parole”.
“Ma è così. Vogliamo solo essere felici, e ci stiamo riuscendo, insieme. È meraviglioso. Dio lo sa se mi sono sentito di nuovo vivo tra le tue braccia. Non che siano state tutte rose e fiori gli ultimi tempi. Era una tortura guardare le tue labbra schiudersi e non poterle mordere”.
“Non mi stringere così, mi manca il respiro” era vero. La passione con la quale lo teneva saldamente tra le sue braccia era quasi aggressiva. Ma Robert temeva che se avesse mollato un poco la presa, Julian sarebbe di nuovo sgattaiolato via.
“Ora basta tergiversare. Spogliamoci” Julian irruppe in un gemito quasi doloroso. Come scappare da qualcosa che desiderava così ardentemente?
“Sei un folle. Non qui, non questo. Non posso”
“Lasciati amare, Julian. Sei fantastico, ed io ti amo così tanto” gli occhi di Robert divennero ludici di passione. La sola idea di quello che stava per succedere lo mandava in estasi. Aveva solo il timore non sarebbe riuscito a ritrovare la sensatezza, dopo. C’era da diventar matti, ne era certo. Tirò su il vestito e lo spogliò. Per quanto Julian cercasse di dar retta agli ultimi barlumi di ragione, lo lasciò fare.


Nudi e sudati, nonostante fuori nevicasse in abbondanza, Padre Julian e Robert Pange si divincolarono da un intricato intreccio di coperte, muscoli e umori. Julian rise finalmente rilassato. Tornò a stringerlo a sé. Era tra le braccia del suo Robert. La peluria del petto gli accarezzava la guancia. Lasciò un piccolo bacio prima di parlare.
“Un penny per i vostri pensieri, Robert... ”
L’altro sospirò,“Perché parlare?”
“Non ti piacerebbe sapere a cosa sto pensando ora?”
“Con la bocca attaccata alla tua testa riesco a sentire tutto quello che c’è dentro”
“A sì? E cosa starei pensando?”
“Stai pensando: sono felice con Robert. Che bello è stato fare l’amore con lui. Sì, sono pienamente soddisfatto.”
“E fino a qui mi sembra piuttosto intuibile. Ogni mia cellula te l’ha appena confermato.”.
“Non meno le tue grida estatiche.”
“Pensi che Padre Donald ci abbia sentito?”
“Ne dubito, era talmente ubriaco”
“Già, ogni Natale la stessa storia. Con la scusa del goccetto della staffa, finisce per bere con tutti i parrocchiani che gli fanno visita dopo la messa. In ogni caso, questa come prova non vale un granché. Voglio conoscere meglio le tue doti divinatorie” Robert spinse di più la bocca tra i capelli dell’amante.
“Hai fame, ma state pensando che non è in caso di andare in refettorio”
“Perché se mai incontrassi Donald me lo leggerebbe in faccia che ho appena fatto l’amore. Questo però l’hai capito in quanto hai sentito brontolare il mio stomaco.”
“Esatto. Sono affamato anch’io. Scommetto che tu ti nutri di ostie. Ti è sufficiente il corpo di Cristo per andare avanti?”
“Non essere blasfemo.”
“Sei magrissimo, piccolo mio. Potrei portati a spalla fino a Londra e non sentirmi stanco dopo. Mia figlia Gina ha più ciccia sulle costole di te, per quanto non mangi mai abbastanza” tastò la pelle del torace che sormontava il costato.
“Sono sempre stato così. È vero, mangio poco, mi sazia la fede.”
“Ora ti sazia pure la passione.”
“Non stai mica... ” Julian costatò che la grossa mano di Robert si era spostata verso il basso.
“Voglio solo controllare una cosa... ”
“No... non” Julian trovava inconsuete quelle sensazioni. Non di meno trovarsi nudo di fronte ad un altro essere umano. Lasciarsi andare al piacere era stato facile, sembrava tutto così naturale e bello. Incredibile che secoli di storia ne parlassero come di un abominio. I loro corpi si erano trovati in una sintonia perfetta. Quando Robert aveva chiesto se faceva male, Julian aveva proteso il bacino verso di lui per accoglierlo maggiormente. E quando erano rimasti senza fiato, ricominciare restano uniti era sembrata la cosa più logica da farsi. Ora però Julian non era sicuro che fosse giusto replicare. Raggiungere il piacere una terza volta gli sembrava troppo. Avevano il dovere di trattenersi un po’. Questa volta Robert non lo mise con il volto rivolto al letto, lo sormontò e lo fece suo. Durò molto. E fu magnifico e, allo stesso tempo, straziante quando toccarono l’apice insieme.



Propositi


Ma forse era tutto un sogno. Robert non era stato nel suo letto quella notte. La notte di Natale. E non era il suo seme quello che teneva dentro. Se l’era tutto sognato. Ne fu quasi certo quando, a notte tarda, si ritrovò solo nella sua stanza. Per qualche minuto ne fu quasi sollevato. Ma l’odore di passione persistente, lo fece tornare alla realtà. Aveva fatto l’amore con Robert Pange, con un altro essere umano. Con un uomo per di più. Non era certo quello il dramma, chissà quanti preti avevano ceduto alla passione, alle bassezze degli umani. Dopo tutto, l’incontro dei corpi, lo scambio del piacere, eccetera eccetera, erano tutti cose normali, umane, scontate. Come gli aveva detto Donald, quel giorno dopo la partita: “Mi piace su di te quello sguardo innamorato. Vi rende così… così umano.”
Gli uomini sono dei peccatori e tu non sei meglio. Sei un uomo. Si disse. Era da perfetti stolti pensare di essere speciale, di non far parte delle moltitudini. Julian fu certo che quello che era successo doveva far parte di un disegno divino. I giovanotti, in particolare quelli bellocci, grossi di statura e di stazza, con la voce bassa, molto maschili insomma, gli erano sempre piaciuti. E pure tanto. Sono stato uno stolto a pensare di essere superiore ai piaceri della carne e dell’amore. Gli era sembrata una buona idea legarsi alla spalliera del letto per evitare di toccarsi ma quando Robert lo aveva spogliato, lui lo aveva lasciato fare. Perché la passione non si può imbavagliare. Avrebbe dovuto dirgli di tornarsene a casa sua, quello sarebbe stato giusto e lecito. Invece ora, dopo avergli lasciato fare i suoi comodi, si ritrovava quasi straziato. Come se gli mancasse una parte del corpo. Gli avevano staccato un braccio e ora era lì, sdraiato sul letto sanguinante, a rimpiangere l’arto perduto. Ora che una parte di Robert era stata dentro di lui, era come se quella parte gli appartenesse e se ne sentisse privato. Faceva male, come era lecito aspettarsi. Ma non era sangue il liquido che lentamente defluiva fuori. Julian s’impose che avrebbe vissuto come sempre. Non era riuscito a essere un buon prete fallendo alla prima delle tentazioni? Avrebbe quanto meno vissuto da uomo onesto! Amava Robert. Robert lo ricambiava. Alla prima occasione gli avrebbe ridato il pezzo del corpo che gli mancava. Lo avrebbe fatto senz’altro. Sorrise sentendosi magnificamente immorale. Doveva solo aspettare che facesse giorno e il nuovo Padre Julian, più sereno, più vero e più vivo, lo avrebbero potuto conoscere anche gli altri.


Era tardissimo quando, con un cerchio alla testa, Padre Julian si destò dal suo giaciglio. Erano state le campane a svegliarlo. Sussultò. È il giorno di Natale, ed io che faccio? Dormo fino a tardi! In maniera convulsa recupererò se stesso e, poco dopo, i suoi vestiti. Padre Donald aveva battuto più volte alla sua porta per richiamare l’attenzione. Era assolutamente inconsueto che avesse bisogno di essere svegliato. Così avevano cominciato senza di lui.
La funzione si svolse quasi in silenzio. Anche Padre Donald aveva quel famoso cerchio alla testa, che era tutt’altro che un’areola, ma era dovuto ai postumi dell’alcol. Julian, in qualche modo, riuscì a farsi vivo.
“Che avete fatto stanotte, prete, non è da voi svegliarvi tardi!”
“Parlate piano, ho un mal di testa che… ”
“Alzato il gomito anche voi? Non me ne sono accorto!”
“Mi dispiace”
“Non sentitevi rammaricato, capita a tutti di esagerare un po’” già, il problema era che il genere di esagerazione nel quale era incappato non aveva niente a che fare con il luppolo. Smorzò un sorriso che poi si andò a spandere rendendo la sua espressione affascinante. Si ricordò dei buoni propositi: lui non era il vecchio Julian musone e con la puzza sotto il naso. Lui era l’uomo nuovo, quello che si era fatto amare da Robert, ed era rinato grazie a Robert. Doveva essere più tollerante con gli altri ma soprattutto con se stesso! Aveva dormito pochissimo, era chiaro che non avesse sentito il bisogno di alzarsi all’ora canonica. Durante la seconda funzione, fu sua la scena. Entrò prima del collega, fiero in volto e con una luce abbagliante che tutti avrebbero potuto vedere se solo avessero avuto occhi per guardare al di là delle apparenze. No, non vi era rimasto molto del sacerdote. C’era un uomo, semplice ma complicato. E vivo, finalmente, vivo mentre blaterava un sermone. E quando tra i bambini scorse i piccoli Pange, non si sentì in colpa, anzi. Ora li sentiva ancora più suoi. Gli voleva più bene di quanto li avesse amati già semplicemente perché erano figli di Robert.
A fine messa Gina saltò in braccio a Padre Donald. Indossava un vestitino di velluto rosso e dei tulle rosa e bianchi lo impreziosivano. Anche gli altri due ometti sembravano al meglio. E lo stesso Pange, che venne timidamente a salutare, indossava il vestito della festa, un abito grigio doppio petto. Si abbracciarono fraternamente sotto lo sguardo malizioso di Donald.

3 commenti:

Silvia Azzaroli ha detto...

Ma sai che temevo che non sarebbe successo?
Che bello!
Vedere due persone innamorate e felici mi riempie il cuore di gioia...
Ma quanto sono dolci!
E Julian finalmente accetta la sua parte più umana, che guarda con amore maggiore i figli del suo Robert...

bel racconto

Unknown ha detto...

Grazie! Hai ragione, l'amore è proprio un fatto soprannaturalmente meraviglioso ;)

gossip boy ha detto...

siete tutti invitati su dirty gossip blog! http://dirtygossipboy.blogspot.com

dal lun al ven taaaaanti post carini per movimentare le vostre giornate... vi aspetto! ;)

ps. complimenti per il blog. veramente carino :)