mercoledì 16 settembre 2009

Borderline, capitolo 18




Capitolo 18


Liam Spancer era, ufficiosamente, di nuovo innamorato. Non che Jake, il bel giovane con il quale era stato insieme per quasi tredici anni fosse finito nel dimenticatoio, è ovvio. Ma qualcosa era cambiato. La mattina seguente l’appuntamento non aveva fatto altro che zampettare e canticchiare note stonate di canzoni della sua infanzia. Belinda, la sua segretaria personale, aveva mangiato la foglia.
“Hai esteso il tuo sguardo su chiappe nuove, giusto?” l’espressione gongolante del suo superiore tradiva lo stato di grazia.
“Scommetto che è un bocconcino coi fiocchi.”
“Indovinato.” A Liam non piaceva parlare con tutti dei suoi affari ma Belinda valeva un’eccezione!
Quella sera si rifugiò in internet. Guardò stancamente msg. Ormai del suo Hot spot 69 non c’era più traccia.
Sicuramente sarà arrabbiato con me per il bidone che gli ho tirato. Pensò. Malgrado tutto, un po’ gli mancava. Gli mancavano soprattutto le sue peripezie erotiche. Trovare qualcuno altrettanto bravo ad infilarsi giochi e ortaggi nel di dietro non sarebbe stato facile! Ma aveva il suoi dannato direttore d’orchestra a cui pensare, e prospettiva di serata migliore non ce n’era.


William se ne stava paciosamente assorto davanti alla scrivania. Il pc spento. Gli sparititi disseminati in maniera approssimata tutt’intorno. Era pensoso. La serata con Heath l’aveva turbato un bel po’. Gli mancava tantissimo il suo ex tra l’altro, averlo trovato così in forma non migliorava le cose. Cristo sembra ancora più sexy di prima. Pensò quella sera. Decise che doveva farla finita di rimuginare. Tra poche ore avrebbe rivisto Liam. Sorrise deliziato. Quell’uomo gli piaceva da morire. Lo voleva, e non si trattava di una curiosità sessuale, di uno sfogo come era stato con le sue ultime prede e, in alcuni casi, carnefici. Liam doveva dargli tutto quello che Heath gli aveva tolto. Quest’ultimo tornò dal suo nuovo ragazzo che era tardi ma proprio tardi.
“Tesoro sono quasi le tre del mattino, che è successo?” chiese rivedendolo.
Si guardarono intensamente. Heath rivelò di aver rivisto William e di averci parlato a lungo.
“Scommetto che c’è scappato un bacio o qualcos’altro, vero amore?” sorrise malizioso avvicinandosi a lui che nel frattempo si era spogliato.
“Non voglio essere maligno ma non siamo tutti come te e Liam.”
“Va bene, me lo merito, uno a zero per te. Insomma niente, proprio niente?”
“Tanta nostalgia, tanto desiderio trattenuto. No, piccolo, non ci ho fatto sesso non l’ho neanche baciato, ma non posso dire di non averlo desiderato immensamente.” Ammise vergognandosene un po’. William era sempre così attraente. E fare l’amore sarebbe stato così scontato. Forse troppo scontato.
“Non ti avrei sbattuto fuori di casa se lo avessi fatto. Se avessi fatto sesso con lui.”
“Sarebbe stato amore non sesso.” Jake sorrise felice. Il suo uomo aveva resistito alla tentazione di fare l’amore con il suo adorato e adorabile ex. Aveva diritto a qualcuno di così perfetto? No, forse era davvero troppo per lui.
“Heath, ti giuro che sono felice di questo ma non voglio ti tu ti senta male per stare alla larga da Will.”
“Non starò più alla larga da lui, abbiamo deciso di tentare una tregua. Poi, tra l’altro, credo che abbia una cotta o qualcosa del genere.”
“Te l’ha detto lui?”
“No, in realtà non mi ha detto niente. Ma l’ho intuito.”
Jake gli baciò una spalla. “Il mio magnifico ragazzo legge pure nel pensiero. Che ne dici se ora ci mettiamo a dormire? Domani sono pieno di cesarei programmati”
Heath avvicinò di molto la bocca a quella di lui: “Farà nascere tanti marmocchi il mio amore?”
“Sì.” Si baciarono teneramente per poi cadere nel sonno restando abbracciati.


Liam trascorse nervoso le ultime ore che lo dividevano da un altro, il secondo, appuntamento con William. Fece mezz’ora di tapiroulant. Una lunga doccia. Rispose a diverse email di lavoro. Indette una riunione speciale nel pomeriggio e partecipò ad una videoconferenza con Taiwan. Alle sette di sera si sentiva ancora in perfetta forma.
Per scongiurare l’arrivo improvviso di Jake, eccitato com’era non ce l’avrebbe fatta a non cedere alle sue provocazioni, uscì per recarsi nel centro benessere dove lavorava Jing. Una volta giunto alla reception scoprì che la sua massaggiatrice di fiducia era occupata. Al suo posto una tailandese di bassa statura lo accolse nella sua cabina. Liam fu subito accolto dalle essenze e l’incenso che si andavano diffondendo nell’aria. Si spogliò. Appoggiò ordinatamente pantaloni, camicia e giacca nell’apposti guardaroba. I boxer, calzini e scarpe finirono in uno box posto nel cassetto più basso. Con attorno un semplice asciugamano bianco che gli copriva a malapena i gioielli si recò sul lettino. La nuova massaggiatrice si presentò.
“Il mio nome è Tania. So che Jing conosce tutte i suoi chakra. Io purtroppo potrò limitarmi ad un massaggio rilassante ma le assicuro che sarà il migliore della sua vita.” Liam sorrise grato. Intuì che l’asiatica non era solo asiatica. Gli occhi scuri e le labbra carnose suggerivano una mistura di razze. Aveva anche seni alti e sodi. Ultimamente era un particolare che notava. In particolare parchè le massaggiatrici di quel centro benessere indossavano soltanto un miniabito stretto che lasciava in bella vista ogni curva.
Il massaggiò iniziò. Le piccole mani si occuparono prima dei piedi poi dei polpacci rilassandolo in una maniera sublime.
“Sei davvero brava.”
“Ve l’avevo detto. Non sono presuntuosa. Ci so fare e basta” rivelò in tono confidenziale. Dopo le gambe passò direttamente alla testa. Le dita massaggiarono tra i capelli come se volessero carezzare le meningi. Si abbassò su di lui. Liam aprì gli occhi. La vista delle tette a distanza ravvicinata gli procurò un erezione. Fatto di poco conto in una qualsiasi altra occasione, ma quando si ha un telo microscopico la cosa cambia!
Tania se ne avvide, ridacchiò soddisfatta.
“A questo punto passerei un po’ di crema rigenerante per il viso.”
“Come vuoi” rispose il cliente indeciso tra l’abbandonarsi al piacere o cercare di trattenersi. Provò con i pensieri angosciosi. Di solito gli bastava pensare alla morte dei proprio genitori. Non servì. Il sesso continuava a spingere il triangolino di stoffa verso l’altro. La ragazza risolse in pochi minuti la questione della rigenerazione. Optò per le spalle. Finalmente la mente e il corpo di rilassarono. E durante un breve sonno, fu libero di sognare il suo direttore d’orchestra.
Fuori dal centro benessere Liam si accorse di essere in ritardo. Erano quasi le otto. Teoricamente doveva tornare a casa, rifarsi la doccia, vestirsi e correre al Rockefeller Center. Decise che tanto valeva andare in jeans. William si sarebbe accorto dell’odore di creme al ginseng e mandarino? Si sarebbe scandalizzato per il look casual? Non lo sapeva, ma non poteva fare tardi. Non riusciva a concepire l’idea del suo piccolo e delizioso William che sbuffava guardando nervosamente l’orologio. Di conseguenza arrivò lui per primo.
Quando lo vide scendere dal taxi il suo cuore fece un tonfo. Arrivò alla gola manco fosse una pallina di un flipper! È adorabile, semplicemente adorabile. Notò che sotto i pantaloni scuri aveva due belle cosce sode. Aveva scelto di infilare la camicia a righe bianche e blu dentro i calzoni. Niente giacca. Il sorriso si allargò sul suo volto vedendolo.
“Ciao.” Lo squadrò dalla testa ai piedi.
“Mi dispiace essere venuto così ma...”
“Stai scherzando, sei uno schianto.” Ammise William. Si domandò subito se non fosse stato un po’ troppo audace come complimento.
“Se qui c’è qualcuno che è uno schianto questo sei tu” e lo disse scrutando direttamente i suoi occhi blu.
A quel punto i dubbi di Will sparirono. Quella frase così diretta e sensuale lo aveva elettrizzato. La voglia di saltargli addosso e dargli un bacio mozzafiato era tanta, ma si trattenne. Non voleva sembrare affamato. Un affamato d’amore. Eppure la sera prima aveva rivisto il suo ex. Era stato bello, ma ora c’era Liam che sembrava la risposta a tutti i suoi desideri reconditi. Prima di Heath c’erano stati tanti uomini, anche una donna ma contava poco. Prima di Heath aveva sognato un uomo così. Alto, muscoloso, ben piazzato. Dal magnifico sorriso, la voce roca e sexy, i modi virili. E magari un uccello talmente grosso da risultare quasi ingombrante. Pensò maliziosamente. Questo non lo sapeva ancora. Ma era lecito augurarsi di scoprirlo quanto prima. Lo avrebbero fatto quella sera stessa? Will non ne aveva idea, ma, in caso contrario, avrebbero dovuto attendere il suo rientro dall’Italia.
Seduti nell’angolo più appartato del Dinner’s, un locale elegante ma non pretenzioso, sorseggiarono un drink parlando del futuro.
“E così dopodomani parti.”
“Già.”
“Sono contento per te...”
“Ma?” chiese con audacia William fissandolo con i suoi occhi intensamente chiari.
“Ma chiaramente vorrei che restassi. Vorrei non interrompere la nostra sequenza di uscite.”
“Ci sarebbe ancora domani sera.”
“Pensavo fossi stra-impegnato con le valige e tutto il resto.”
“Questo è vero, tra l’altro il volo è alle otto e mezza. Dovrò essere in aeroporto già un ora prima.”
“Tu non sei più fidanzato, vero Will?” chiese a bruciapelo. Lo doveva sapere. Se c’era da combattere con un altro per ottenere il suo cuore era giusto arrivato il momento di affilare i coltelli.
“Beh...” arrossì un poco guardando il proprio bicchiere. “No. Mi ha lasciato qualche mese fa.”
“Anch’io sono stato mollato da qualche tempo.”
“Ah, pensa un po’” Will fu silenzioso, sembrava volesse trovare le parole giuste per spiegare ciò che provava: “Ho sofferto molto ma, ora ne sono fuori.”
“Per me è lo stesso. Solo che mi sembra incredibile che un uomo del tuo fascino sia su piazza.”
“Proprio quello che avevo in mente io. E se posso: da quanto tempo eri fuori piazza?”
Liam sorrise bello come un attore di soap e anche più. “Stavamo insieme da quasi tredici anni.”
“Cazzo” l’esclamazione colorita di Will rivelava la sua sorpresa. “Una storia con tutti i crismi.”
“Sì, c’è ancora molta attrazione in effetti.” Will si fece serio, era un tasto dolente. Ma era giusto essere sinceri riguardo l’argomento.
“Anche nel mio caso, il fuoco arde ancora.”
“Ah....”
“Se proprio devo dirla tutta, ieri sera mi è venuto a trovare e... c’è desiderio reciproco, ma non è successo niente.”
“Capisco.”
“Sei deluso?”
“Perché dovrei. Io non sono per te...”
“Sei molto importante per me Liam” s’intromise Will con dolcezza, coraggio e determinazione.
“No, non lo sono ancora, ma ti assicuro che sto facendo di tutto per diventarlo.” William deglutì per l’eccitazione e la felicità. Quelle parole facevano un effetto pazzesco. Da sotto il tavolino il magnate d’industria trovò la mano. Era morbida calda e setosa. La strinse.
“Mi piaci da impazzire William Mc cartery. Sappi che d’ora in avanti farti felice sarà la mia ragione di vita.”
“Ne sono onorato, caro Liam. E sappi che per me è lo stesso.”
“Tu lo stai già facendo.”
“Voglio fare di più.” Non c’era malizia nella sua voce ma dal modo in cui si era passato la lingua sulle labbra...
“Chiedo il conto?”
“Mi sembra una magnifica idea.”

1 commento:

Alex G. ha detto...

Bellissimo capitolo.Mio dio quanto amo quei due. Non vedo l'ora di vedere un pò di azione tra le lenzuola perchè sono certa che srebbero fuoco liquido.Ti prego, posta presto.