lunedì 21 settembre 2009

Bollori (parte prima e parte seconda)






Jan e Miguel stanno facendo un appostamento in macchina...
"Jan questa qui mi sta facendo scoppiare..."
"Finiscila Miguel, lo sai che non ha senso... non possiamo nemmeno pensarle le donne sulle quali indaghiamo e tu ci sbavi sopra?"
"Sì ma questa è talmente...!"
"Lo ammetto, è una bella ragazza. Ma calmati una buona volta. Possibile che tu non riesca a pensare ad altro?"
"E come faccio? Guarda Jan, guarda come accavalla le gambe, hai visto che gambe?" Miguel appoggia la mano sulla coscia del collega.
"Vuoi continuare così per tutta la serata Miguel?"
"No, ma è una dea. Sarà che ho un debole per le bellezze esotiche"
"Tu hai un debole per qualsiasi tipo di donna! Bionde, brune, rosse. Da quando ti conosco sei uscito con ogni tipo di femmina esistente sulla faccia della terra!"
"Però esageri ora. Con Ina non sono uscito..."
"Già, perché stranamente riesci a concepire il fatto che con una collega non sarebbe deontologico..."
"Deontologico! Che parolone. Allora noi due?"
"Noi due cosa?" piglio indagatore di Jan.
"Beh noi siamo più che colleghi, siamo amici."
"E chi discute l'amicizia? Anche io e Ina siamo amici."
"Non è la stessa cosa" Miguel tracanna un po' d'acqua dalla bottiglietta.
"Che vuoi dire?"
“Tra te e Ina non è amicizia nel vero senso della parola. Non avete mai approfondito.”
“Con te sì?” faccia ironica di Jan.
Miguel lo fulmina con lo sguardo.
“Jan, io per te sono importante, come tu lo sei per me. Non puoi mettermi sullo stesso livello di Ina!”
“Beh... non pensavo la vedessi così...”
L’argomento sembra chiuso ma Miguel è rabbuiato.
“Perché hai messo il broncio ora? Non fai più nessun apprezzamento sulle gambe e sul seno della Moreno?”
“Mi sono offeso.”
“Lo vedo, il tuo labbro inferiore sporge di tre quarti. Nemmeno Benny da piccolo metteva un broncio così.”
“Uffa, Jan. Non è giusto che tu giochi con i miei sentimenti!”
“Scherzi o dici sul serio?”
“Ho l’aria di uno che scherza?”
“Affatto.”
“Appunto.”
“Spigati, magari recuperiamo!”
“Arrivaci da solo.”
“No Miguel, devi proprio dirmelo cosa ti turba perché...”
“Mi turba che tu mi veda solo come un collega come un altro e non come... come un amico!”
Jan sgrana i suoi grandi occhi chiari mentre con aria incuriosita guarda Miguel. In particolare fissa le sue labbra...
“Lo sai che non è così...” la voce si fa più bassa.
“Lo pensavo anch’io, ma da quello che mi hai confessato prima..”
“Ma dai, ti prendevo in giro. Sei proprio un credulone! Certo che sei più importante di Ina. Da un certo punto di vista...” s’interrompe.
“Continua... cosa volevi dire...”
“Beh volevo dire che da un certo punto di vista tu sei la persona più importante per me dopo Benny. La persona che mi è più vicina.”
Gli occhi di Miguel cambiano colore o quasi. Il colorito del viso diviene acceso e tutto l’interesse si catapulta su Jan.
“Davvero, querido mio? Sono importante per te, così tanto?”
“Ma certo Miguel, perché ti sorprendi?”
Miguel sta zitto per qualche secondo. Poi guarda il collega di nuovo.
“Jan, voglio dirtelo... questo mi fa felice.”
“Bene...”
“Grazie...”
Qualche secondo di silenzio.
“Posso abbracciarti ora?” chiede Miguel.
“Sì, ma non esagerare perché ti ricordo che siamo in servizio.” Miguel gli si butta sopra schiacciandolo addosso al volante.
“Se mi stringi così mi fai male!” Jan cerca di divincolarsi ma poi si arrende al caloroso slancio d’affetto. Suona il telefono.
Si staccano. Jan guarda il telefono:
“Cavolo è Haio... pronto”
“Che diavolo sta succedendo?”
“A che ti riferisci?”
“La Moreno ha eluso un posto di blocco! Che facevate voi due?”
Jan e Miguel si guardano con aria desolata e colpevole.
E dicono in coro: “ce la siamo fatta scappare!”
(continua...)


Bollori parte seconda


Miguel propone a Jan una giornata in piscina. É caldo, e sole brilla alto nel cielo.
L’ispanico fa sapere che l’impianto sportivo pullula sempre di belle ragazze.
“Non ne avevo dubbi, Miguel...”
“Credimi Jan, una roba che tu in vita tua, amico, non hai mai visto!” confida mentre a velocità sostenuta sfreccia su di una via principale di Lipsia.
Una volta giunti nello stabile parcheggiano e si recano negli spogliatoi.
Pavoneggiandosi Miguel sfoggia un costume adamitico.
“Che ne pensi?”
Jan lo squadra contrariato. “No, Miguel, quel costume è scandaloso! Non va bene.”
“Dici che si vede un po’... troppo?”
“Ma certo, questa è una piscina di città. Non siamo mica a Copacabana.” Jan si fa pensieroso: “Ho un’idea, mettiti questo.” Dalla borsa tira fuori un costume bianco con una striscia blu da surfista. Semplice, carino, ordinato.
“Questo va bene.”
Miguel accetta il consiglio del collega ma, durante la vestizione, qualcosa non va.
“Jan, ho un problema.”
“Che ti succede.”
“Mi va stretto. Non riesco ad allacciarlo!”
“Ma come è possibile. Tu sei più magro di me. Ti sta stretto di vita?”
“No.”
“Di fianchi?”
“Nemmeno.”
“Miguel... non capisco...” La porta dello spogliatoio si apre. Imbarazzato Miguel fa sbirciare il ‘problema’.
“Caspita... ora capisco perché stringe.”
“Non so perché sto così ma... è davvero imbarazzante!”
“E ci credo.” Jan ironizza: “ti darei una mano ma non so proprio cosa fare...”
“Jan, smettila di prendermi in giro. Ti giuro che non me lo spiego. Forse sarà l’idea di tutte quelle ragazze mezze nude la fuori”
“Probabile che sia per quello.”
“E allora, come faccio?”
“Hai provato ad avere pensieri angoscianti?”
“Certo che sì! È la prima cosa che ho fatto.”
“Allora non so cosa dire...” il silenzio cade tra i due.
“Jan...”
“Che c’è?”
“Lasciami solo, cioè, tu vai avanti. Io... devo rimanere da solo.”
“Capisco” con un sorrisetto malizioso Jan si allontana da lui.


Jan è sdraiato supino. Occhiali da sole a specchio e abbronzatura dorata. Le donne più carine se lo mangiano con gli occhi.
Finalmente vede scorgere Miguel. Il costume che gli ha prestato gli sta un incanto.
“Era ora. Tutto bene?”
“Sì, tutto bene. Ci ho messo molto perché, beh, devo precisare: non sono più tanto abituato.” Jan ride di gusto e poi gli fa segno di sdraiarsi al lettino accanto a lui.
“Ti ho preso il posto, hai visto che bravo sono stato.”
“Ti ho portato nel paradiso della gnocca e ci mancherebbe che non sei grato al tuo amico.”
“Già. Talmente grato che ho detto che era occupato almeno a sei ragazze.”
“Per la miseria. Il fascino nordico e il fascino latino confluiscono per la conquista totale della razza femminile.”
Mentre si sdraia però Miguel si sente di nuovo a disagio.
“Jan...”
“Che c’è ora?”
“A proposito di confluire...”
“...”
“Il mio sangue sta di nuovo confluendo verso le parti basse.”
“Di nuovo? Ma che sei malato?”
Una giovane mora dalle curve prorompenti si avvicina ai due poliziotti.
“Posso chiedervi una cosa?” si appoggia dinnanzi a Miguel in maniera provocante.
“Ma certo” ribatte galante Jan.
“Le mie amiche ed io ci stavamo domandando se siete due calciatori, o comunque se siete famosi.” Jan e Miguel si guardano divertiti anche se il moro è ancora visibilmente turbato.
“Diciamo che preferiamo non dirlo” ribatte nonostante tutto. La sua posizione è strategicamente distesa e rigorosamente a pancia in sotto.
“Ah, capisco...” delusa si allontana.
“Hai visto che carina Miguel?”
“Sì che ho visto... è peggio del previsto.”
“Perché?”
“Perché mi fa male Jan. Ma che lo devo spiegare ad un uomo come ci si sente?”
Jan ironizza facendo gli occhi da cucciolo: “Poverino... fa tanto male?”
“Finiscila...”
“Quanto male?” gli accarezza il braccio con un dito in maniera sensuale.
“No, Jan, non farlo. Così mi uccidi.”
“Ma dai, una carezza da un collega ti fa quest’effetto? È quanto meno curioso.”
“Anche molto meno di questo.” Jan vuole proprio divertirsi alle spalle di Miguel. E, a proposito di spalle...
“Non hai messo la protezione.”
“E allora?” risponde caustico.
“E allora è pericoloso. Mai sentito parlare del buco dell’ozono?”
“Jan...” il tedesco purosangue prende dalla borsa un flacone di crema. La sparge uniformemente sulla schiena dell’amico.
“Jan, giuro che questa me la paghi...”
“Perché? Perché son carino con te mi dici questo?”
“Tu non devi essere così carino con me... quanto meno non in questo momento” l’altro ridendo si appoggia sul suo lettino attaccandosi al suo fianco.
Miguel cerca di rilassarsi anche se gli ormoni non gli danno tregua.
“Sei bravo. Dove hai imparato?”
“Ho anche tante altre doti, sai...”
“Accidenti a te. vuoi farmi proprio scoppiare?”
“Ma no dai...” e poi maliziosamente aggiunge: “se volessi farti scoppiare farei dell’altro...”
“Non voglio sapere cosa.” Le mani di Jan si spostano dalle spalle ai fianchi. Piano risalgono per poi scendere all’altezza delle ascelle.
“Potrei toccarti i capezzoli.”
“NO! No Jan, lo sai che i capezzoli sono il mio punto debole. Se lo fai mi costringi a buttarti dentro la piscina come minimo”
“Nemmeno una strizzatina?”
“Jan finiscila... lo sai che sta succedendo?”
“Stai soffrendo?”
“Il tuo costume...”
Jan si fa serio. “Cosa ha il mio costume?”
“Beh diciamo che... il gattone Miguel ha marcato il territorio.”
“Cioè vorresti dire che...”
Miguel volta la testa sorridendo. “a questo punto non mi resta che andarmi a fare il bagno...”
“Mio dio, non vorrai...” Miguel si alza. Da un leggero schiaffo all’amico.
“Ma ci hai creduto? Sei proprio ingenuo.”
“Cretino.”
“Cretino tu a provocarmi in quel modo. Ma te l’ho promesso, te la faccio pagare...”
“Come no...”
“Vedremo...”

(continua)....

2 commenti:

Alex G. ha detto...

Che dire se non che li adoro questi due. Sono lo slash all'ennesima potenza, i loro scherzi, le sfrecciatine, gli sguardi. Li amo e devi continuarla.

Unknown ha detto...

Ridurrei tutto ad una grande ma vera banalità: se non ci fossero bisognerbbe inventarli *___*
P.S. le frecciatine ti dimentichi, le sfrecciantine invece quando fanno jogging, pensavi a quelle? LOL