martedì 19 maggio 2009

Bordeline, capitolo 6




Capitolo 6


“Perché proprio la stanza di Will, non possiamo andare nella mia?” Heath si stava leggermente irritando, quella situazione lo metteva a disagio.
“Mi piace di più, mi piace immaginare quando vai da lui, di notte, magari lo sorprendi nel sonno, e te lo scopi di santa ragione.”
“No, ti sbagli, di solito succede il contrario, lui viene da me.”
“Non fingere di non essere un ragazzo caldo, lo so che va pure a te” lo prese per mano e lo trascinò nella stanza proibita.
“Sì ci provi gusto, ci provi un gran gusto a mettermi in difficoltà” mentre parlava l’altro si era già comodamente posizionato tra i cuscini
“Ora mi dirai che dobbiamo stare attenti a non sporcare questo fantastico copriletto.”
“Jake, non fare il ragazzino capriccioso, non posso farlo qui” il suo tono era perentorio.
“Ho armi di seduzione per convincerti” si passò la lingua tra le labbra, e, per quanto Heath facesse di tutto per mantenersi distaccato, l’eccitazione cominciava a prendere il sopravvento.
“Mettiamoci sotto però, almeno le lenzuola le posso lavare comodamente in lavatrice.”
“Non avete una domestica?”
“Sì ma non viene tutti i giorni” Heath prese posto accanto a lui. Le labbra si trovarono e ben presto volarono scintille.
“E così questo è il letto in cui lo fate più spesso.”
“Ma chi te l’ha detto?”
“Non negarlo, sono certo che è così.”
“Che importanza ha, davvero Jake non ti capisco” nel frattempo le mani del ginecologo liberarono l’erezione
“Lo ammetto, ragazzo, sono un po’ perverso, ma queste cose mi intrippano troppo. Sei talmente devoto al tuo Will, e portare nel suo letto il tuo amante” appena terminata l’ultima sillaba imprigionò il sesso tra le mani, scostò la punta dal prepuzio e iniziò con baci leggere che via via divennero più appassionati.
“Per l’amore di Dio, Jake , succhialo” la sua non era una richiesta, niente affatto: era una supplica. Il moretto alzò la testa guardandolo con sfida:
“Pensi che io non muoia dalla voglia di succhiartelo? Ti sbattermi la punta fino alle tonsille?”
“E quindi?”
“Sono un po’ sadico e anche un tantino masochista.”
“Perverso, sadico, masochista... ma non sarai un po’ troppe cose? Vorrà dire che prima di possederti lascerò passare qualche minuto di troppo.”
“Bastardo” senza attendere altrimenti Jake finalmente iniziò. Nel giro di pochi secondi si ritrovò nudo. Heath lo sormontò e lo fece suo.
Durò molto. Durò quanto l’ospitato non si sarebbe immaginato. Durò abbastanza da fargli raggiungere il culmine due volte.
Estenuati dal piacere si divisero finendo ai lati opposti del letto.
“Certo che... sicuro che non ti fai di viagra?”
“Credo di secernere qualcosa di simile.”
“Pure il tuo ragazzo lo fai impazzire così? No, non è una domanda, lo immagino. Sarà innamorato perso.”
Heath si ripulì dalle tracce di sperma con un fazzoletto raccattato sul comodino.
“Ultimamente parli sempre di Will, di me e Will, non lo capisco.”
“Ma ti da fastidio?”
“Abbastanza sì, non puoi farne a meno?”
Jake si voltò dalla sua parte sdraiandosi di fianco. Gli occhi cerulei scintillarono.
“A me non darebbe affatto fastidio se mi chiedessi di Liam. Se facessi domande su noi due, su quello che combiniamo a letto.”
“Non è che ne fai mistero, perché dovrei chiedertelo quando ogni due minuti fai paragoni... ”
“No, scusa, io faccio paragoni?” nolente o dolente, stavano iniziando il loro primo battibecco.
Da quel momento erano ufficialmente una coppia.


Jake rincasò alle tre. Dopo la discussione su quanto fossero inopportuni i continui riferimenti al suo rapporto con Will, Heath aveva proposto uno spuntino a base di vino d’annata e salmone. Manco a dirlo Jake aveva chiesto se l’altro padrone di casa avrebbe fatto caso alla bottiglia mancante. Heath aveva sorriso esasperato con l’aria di chi sta pensando ‘mi arrendo’.
Liam era perfettamente sveglio. L’espressione di Jake tradiva colpa.
“Tesoro, mi dispiace... ”
“In amore non si dice mai mi dispiace, questa frase è famosa. In un vecchio film mi pare si chiamasse... ”
“Love story.”
“Già. Ho detto una banalità.”
“Proverò a lavorare meno ore, te l’assicuro, dipendesse da me!” si tolse gli abiti. Liam fu sicuro di percepire odore di sesso ma non vi badò.
Dopo che ebbe concluso la lunga toletta lo accolse a braccia spalancate.
A Jake fece enorme piacere lasciarsi andare sul possente torace. Era più robusto di Heath ma non era per niente grasso. Depositò baci asessuati attorno al capezzolo.
“Il problema è che mi manchi. Un tempo venivi a farmi delle meravigliose improvvisate in ufficio. Perché non più?”
“Tutto è cambiato da quando ho fatto nascere quella bambina in metro, è il prezzo che si deve pagare alla popolarità.”
“So quanta passione metti nel tuo lavoro, ma non serve che ti ricordi che la nostra situazione economica... ”
“Lo so benissimo che sei pieno di grana e potrei fare il mantenuto. Beh, non è quella l’idea. Mi hai fatto studiare perché diventassi un dottore. È quello che sono. No, Liam, chiedimi tutto ma non di mettere in discussione la mia carriera.”
“Cristo santo, non lo farei mai. Ma la tua professione non deve andare ad intaccare il nostro rapporto.”
“Non lo farà più, vedrai” diede un ultimo bacio sulla bocca per poi dare la definitiva buona notte.

Non erano proprio sensi di colpa quelli che provava Jake nei confronti del suo uomo. In realtà la gelosia e l’idea di mettergli le corna erano un carburante eccezionale che lo coinvolgevano sempre più verso Heath.
Quella notte però gli era davvero dispiaciuto vederlo così inquieto.
Se avesse sbraitato, se avesse lanciato accuse, si sarebbe rinchiuso a riccio chiudendo là il discorso.
Ma era proprio quella tranquillità a disarmarlo maggiormente. Stavano insieme da talmente tanto oramai che Liam si fidava ciecamente di lui. Non aveva proprio sospetti. Così smise di fare tardi tutte le sere e tornò a fare l’amore con il suo ragazzo con regolarità. Almeno fino al ritorno di William.
Evento che metteva la neo coppia in agitazione.
Heath andò a prendere il direttore d’orchestra per riportarlo all’ovile. L’aeroporto brulicava di gente di ogni razza e dall’aspetto variegato.
Guardò il tabellone con scritto l’orario d’arrivo sperando in un ritardo anche minimo. Rivedere William lo preoccupava tanto, aveva il timore sentito che quella confusione gliela avrebbe letta negli occhi e di conseguenza avrebbe dovuto concedere spiegazioni.
Il volo da Los Angeles giunse in perfetto orario.
Heath lo vide arrivare da lontano. Indossava un cappello con la visiera, una camicia a fiori celata sotto un giubbetto di jeans, e un paio di pantaloni corti fino alle ginocchia. Era abbronzato. Gli si azzerò la salivazione. Dio quanto è bello, pensò sentendosi un verme. Si abbracciarono incuranti degli sguardi estranei.
“WOW, che accoglienza.”
“Ti amo Will.”
“Ti amo anch’io dolcezza, deduco che ti sono mancato.”
“Da impazzire.”
“Il sesso via internet è divertente ma il contatto fisico è meglio” Heath prese il trolley e volle per forza afferrare anche la sacca che pendeva dal suo collo. Nonostante i suoi trentanove anni Will sembrava uno studente tornato al college dopo le vacanze.
“Sei in macchina?”
“Sì, non è lontana” improvvisamente non avevano più molto da dirsi. Un giovane dai capelli scuri e lo sguardo affascinante colpì la fantasia di Heath. Assomigliava al suo dannato ginecologo, ma, naturalmente, non era bello come lui.
“Hai già mangiato?”
“Se lo chiami mangiare, sì. Ora anche la prima classe non è più il massimo, quello sformato con patate era davvero qualcosa di inguardabile.”
“Forse per questo si chiama sformato.”
“Già” William sorrise facendo di nuovo piombare il morale di Heath ai minimi storici.
Perché è così bello? Perché è dannatamente così bello e sexy? Si chiese di nuovo. Aveva la fortuna di essere fidanzato con uno degli uomini più affascinanti d’America, e, in più, aveva come amante un essere umano talmente avvenente che di ‘umano’ non aveva nemmeno tanto. Ok, la natura era stata benevola nei suoi confronti elargendogli un bel fisico, e un ottimo carattere. Dunque piaceva a parecchie persone. Ma riservargli due gioielli di rara bellezza come William e Jake, non era troppo? E avere troppo non era come non avere nulla? Come avrebbe dovuto gestire la situazione? Da lì a poco tenere il piede in due scarpe si sarebbe rivelato un compito troppo arduo per lui e, per forza di cose, sarebbe stato costretto a mollare. Già, mollare. Ma a chi rinuncio? Si chiese sentendosi un inetto totale. William era la sua vita, la sua felicità, tutto! Ma Jake... Dio Jake è un sogno! In quei centottoantatre centimetri per ottanta chilogrammi la natura aveva concentrato tanta di quella bellezza e sensualità. Per non parlare della passione.
Jake metteva passione in tutto ciò che faceva, che salvasse una tuba dalla sterilità o mentre si tendeva per accoglierlo. Ogni gesto, da quello più imbarazzante al più elegante, era contraddistinto da passione e abnegazione. Si poteva rinunciare ad uno così? Evidentemente, no.
William si fece una lunga doccia prima di andare a cena. Heath aveva cucinato della pasta per lui.
“Spaghetti al tartufo, i tuoi preferiti.”
“Sei proprio un amore” esalò pieno di gratitudine. Fece spallucce nel suo accappatoio. Mangiarono in silenzio. Gli spaghetti erano squisiti ma la voglia di far l’amore travolse entrambi prima che avessero vuotato la scodella.
Scosso dal fiatone dopo l’orgasmo selvaggio, William soffiò parole d’amore nell’orecchio dell’amante
“Ti ringrazio” Heath non sapeva cosa dire.
“Tu mi ringrazi? Dio Will, sei stato semplicemente stupendo.”
“Per l’appunto. Pensavo che in mia assenza avessi trovato qualche diversivo” rivelò con malizia
“Magari l’ho fatto” rispose imprudente l’altro.
William sorrise disarmandolo. I volti erano a meno di un centimetro.
“Allora perché mi scopi con tanta passione? No, se ci fosse un ragazzetto a distrarti non saresti così voglioso.”
“Magari non è un ragazzetto. È un vecchio. Sì, me la faccio con il costumista di Hairspray, Luc Smith, sessantacinque anni e gran succhiatore” William lo prese scherzosamente a cazzotti sulla schiena.
“Sarà sicuramente una gran checca!”
“Anche il mio ragazzo è una checca. Io adoro le checche!”
“Fanculo, bastardo” scherzarono finché un senso di paciosa noia mista a gioia non li avvinse. William guardò il soffitto con interesse mentre accarezzava il suo amato.
“Sai, ti accorgi quanto la vita sarebbe invivibile senza una persona solo nel momento stesso che non ce l’hai accanto.”
“Già” Heath s’incupì e, con la coda di paglia che gli strozzava il collo provò a dirigere gli argomenti a qualcosa di buffo e leggero.

Jake era preoccupato della visita che avrebbe dovuto effettuare a momenti. Quando l’aveva trovata nel suo taccuino ci aveva badato poco. Poi aveva ricollegato il nome Stacy Whitman e aveva deglutito. Il suo amante gli aveva raccontato con dovizia di particolari quanto la donna trovasse sconveniente la loro relazione. Sbuffò.
Non voleva filippiche.
Non voleva sardoniche raccomandazioni.
Non voleva semplicemente leggere nell’espressione dell’amica di Heath tutto il suo risentimento. Il medico voleva solo godersi la sua relazione extraconiugale senza che grilli parlanti inopportuni venissero a ricordargli quanto fosse sconveniente il suo comportamento. Tradiva Liam, particolare non da poco ma anche irrilevante o quasi per Stacy. Induceva al tradimento Heath, e qui la cosa per lei cominciava a farsi interessante. E, dulci sin fundo, faceva cornuto William, il fantastico William McCarthy, il direttore d’orchestra blasonato che tutti amavano, che soprattutto amava lei. A rompere quella catena di considerazioni arrivò la segretaria.
“La signorina Whitman è arrivata.”
“La faccia accomodare” certo non poteva dire: ‘di a lei e al suo flaccido culone di andarsene’ .
“Salve” esalò lei entrando. Un saluto che racchiudeva in sé tutto il suo risentimento.
Jake la salutò altrettanto freddamente. Non doveva darle spiegazioni, decise. Lei pagava per essere visitata non certo per sentirsi in diritto di mettere il naso su cose che non la riguardavano. Non la riguardavano?
“Si può spogliare.”
“Pensa che le andrà sempre bene?”
“Cosa?”
“Pensa che il suo boyfriend rimarrà per sempre all’oscuro di tutto? E anche William... ”
“Signorina... ”
“Non parlarmi con quel tono, bastardello dal faccino sexy. Tu non devi parlarmi con quel tono” il suo, di tono, non lasciava spazio a dubbi. Aveva proprio intensione di attaccar briga!
“Sono venuta qui per dirti quello che penso e lo farò.”
“Se non c’è proprio altra soluzione... ”
“Penso che sei un essere viscido. Uno che non si fa scrupolo di nulla, dell’amore innanzitutto. Forse c’è una cosa che non ti è chiara che, dalla tua posizione appecorata nell’attesa di essere infilzato, non riesci a vedere che William e Heath si amano!!! Tanto. Sono la coppia perfetta. Il mio mito. E tu, con la tua ingombrante sudicia presenza, ti sei messo in mezzo.”
“Se hai finito posso replicare?”
“Non capisco che cazzo ci sia da replicare.”
“Tu dici che io me ne frego dell’amore perché a detta tua starei con Heath solo per farmi scopare. Beh, non è così! E se tu e lui foste tanto amici come dici, lo sapresti. Heath mi ama.” A quella Stacy raggelò. C’era il pericolo che fosse vero, tremendamente vero. Dopo tutto solo guardandolo come si faceva a non amarlo? Se poi oltre ad essere affascinante e sensuale era pure un dio del sesso come sembrava...
“Magari al tuo ganzo non frega una mazza di dove appoggi il culo ma per William non è così. Se sapesse che il suo ragazzo si sollazza i gioielli tra le tue chiappe monterebbe su un casino colossale, epico.”
“Forse, ma non mi è ancora chiaro il tuo interessamento... ”
“Non ti è chiaro, puttana? Per me loro sono importanti, è come se fossero di genitori di Vanilla, in un certo senso e se si lasciassero... ” Un velo pesante di tristezza calò sul volto della donna.
“Dunque quello che sembrava un intervento del tutto disinteressato è in realtà una difesa del territorio. Non toccate i genitori di mia figlia, la coppia ideale! Vedi Stacy, tu sei una bella persona secondo me, lo sei perché ti piace parlare chiaro e non usi mezzi termini. Ma se vuoi saperla tutta so parlare chiaro anch’io. E vuoi sapere cosa penso di te? Ok non ti piacerà ma è giusto che qualcuno ti apra gli occhi.” Prese un profondo respiro prima di iniziare ad insultarla: “Sei solo una grossa, lurida, cicciona piena di merda. Arida e senza spina dorsale. Sei un parassita che vive nutrendosi dell’amore di due uomini gay perché sa che nessun uomo etero la sfiorerebbe. Di certo non quelli a cui ambisce lei.” Un lungo silenzio seguì quell’arringa. Jake pensò se fosse il caso di filarsela o meno. Stacy, fuori di sé avrebbe potuto aggredirlo procurandogli parecchie lesioni. Invece, restò ferma lì, immobile, sembrava persino incapace di respirare.
“Hai finito?”
“Stacy... ”
“Se hai finito ti ricordo che un figlio l’ho concepito con un uomo etero. Il fatto che abbia scelto di crescere la mia bambina da sola non fa di me una frociarola indegna di un amore normale e maturo.”
“In effetti...”
“Mentre tu, caro dottore dei miei stivali, andando a mettere a repentaglio il tuo rapporto se non sbaglio consolidato non fai altro che avallare i vari pregiudizi sui gay. O vero: che sono tutte puttane assatanate di sperma né più né meno di vampiri assetati di sangue!” Manco lei ci era andata leggera...
A quel punto battere la ritirata fu d’obbligo. Nessuna visita e nessuna parcella. La segretaria del dottor Keane entrò nello studio con il volto preoccupato.
“Tutto bene? Le grida di quella donna si sentivano fin... "
“Tutto ok cara, faccia pure entrare la prossima paziente” con fare preoccupato si accarezzò il mento riflettendo sul discorso dell’amica più cara di Heath.

3 commenti:

Jivri'l ha detto...

Bello e pieno di sensualità e di malizia. Ma Jake è stato fin troppo cattivo con la povera Stacy(mica tutti possono essere belli!), tuttavia anche lei gli tiene testa^__^. Brava, sono curiosa di cosa succederà nel prossimo capitolo, chissà se Stacy ci metterà lo zampino per far scoprire la relazione dei due ai legittimi fidanzati?Uhm...

Alex G. ha detto...

Che dire se non che questo capitolo mi ha lasciato senza fiato e senza parole. La sensualità e l'erotismo poteva percepirsi in ogni gesto e in ogni parola. Stacey è stata cattiva, ma ne aveva tutto il diritto. Comunque sono curiosa di vedere cosa accadrà.

Unknown ha detto...

Grazie violeta. Rigardo a Stacy: è vero che non si può tutti essere belli ma ambire ai belli quando non lo si è, tipo un William e un Heath di turno vuol dire essere presuntuosi, forse intendeva quello Jake con la sua sardonica. Grazie ale, belle le tue parole sulla sensualità *__* alla prossima per altra sensualità.. :P