lunedì 27 aprile 2009

Bordeline, quattro è il numero perfetto. Aggiornamento.


Borderline ha subito qualche modifica... oltre ai cambiamenti "ispirativi" c'è pure la questione dei nomi. Un po' spangel un po RPS (slash tra persone esistenti) insomma spero che lo appreziate! Se vi va ecco i primi tre capitoli restaurati :)


Capitolo 1

William McCarthy sapeva farsi rispettare, almeno il più delle volte. Se al ristorante qualcuno veniva servito prima di lui, alzava il sopracciglio destro e adocchiava il cameriere in segno di sfida. Ma il più delle volte stava zitto. Sapeva farsi rispettare durante le file al cinema o ai vari spettacoli teatrali. In qualsiasi occasione nella quale la sua supremazia fosse messa in discussione.
Ma a letto non c’era supremazia né rivalità. Tra le lenzuola preferiva stare sotto.

Heath Burton e William McCarthy, il giorno che la loro amica Stacy mise al mondo la sua bambina, a cui ebbe l’infelice idea di metter nome Vanilla, stavano insieme da tre anni, sette mesi e undici giorni.
Un bel record per una coppia perennemente accerchiata da predatori.
Musicisti, compositori, faccendieri, impresari, agenti vari, giornalisti vari, e, naturalmente, spettatori vari. Più specificatamente fans. Sì, perché William di mestiere faceva il direttore d’orchestra, uno dei più in voga a New York e Heath era un cantante e, all’occorrenza, sapeva anche ballare.
Malgrado questo erano sempre stati fedeli l’uno all’altro. Non erano una coppia aperta, anche se erano mentalmente aperti e non giudicavano quelli che preferivano far sesso in giro giustificandosi che, per l’appunto, si trattava solo di sesso e nessun coinvolgimento emotivo. Ecco perché quando Heath incontrò lo sguardo birichino di Jake Keane, un ginecologo fortunatamente nello stesso vagone della metropolitana il giorno che Stacy diede alla luce Vanilla, quando incontrò il suo sguardo dicevamo, beh non parliamo di scintille, né di chimica sessuale, né tanto meno voglia di trasgressione: fu subito amore.


La metropolitana brulicava di gente come ogni giorno. Heath si era svegliato di cattivo umore quella mattina, la continua frequentazione con Stacy lo stava stremando. Era come se gli ormoni in subbuglio della gravida fossero contagiosi e stessero insidiando il suo equilibrio. Ma voleva bene alla sua collega, e da quando lei aveva deciso di tenere il bambino, il risultato di un condom tanto trascurato da rompersi sul più bello, lui e William non le avevano mai fatto mancare nulla. La viziavano, la incoraggiavano, la accompagnavano alle varie visite, ecografie, a comprare culla e tutto l’occorrente per la sua piccolina. Di fatti, quel giorno si stavano recando in clinica per controllare il battito fetale.
Alla data presunta mancavano una manciata di settimane.
“Non puoi capire quanto odio dover salire sulla metro!” esordì in un sospiro, “ci fosse stato almeno un cane che mi avesse offerto il posto”.
“Da qui nemmeno si vedono i posti, Stacy. Porta pazienza”.
“Ma quale pazienza! Ho i piedi gonfi, devo pisciare e questa piccola peste non la smette più di giocare a calcio con il mio fegato” non fece in tempo a pronunciare la parola fegato che una frenata improvvisa e inattesa scaraventò tutti in avanti. Non fu panico ma qualcosa del genere. Tutti iniziarono a vociferare. Bomba, attacco terroristico furono le opzioni più gettonate. Niente di così grave, per fortuna. Ma nemmeno c’era da stare allegri. Il mezzo sul quale viaggiavano aveva problemi. Almeno fu quello che specificò scusandosi il conduttore del mezzo attraverso la radio di bordo.
E fu in quel preciso momento, in quel preciso istante, che Vanilla decise di venire al mondo. Così. Senza preavviso, una mezza secchiata d’acqua cadde tra le gambe della ragazza e sulle Hogan del ragazzo.
“Cosa è stato? Si sta allagando la metro?”.
“Oddio, Heath, no no no!”.
“Cosa?”.
“Mi si sono rotte le acque”.
“Stai scherzando, vero?”.
“Vaffanculo, Heath, secondo te scherzerei su questo?” infatti, non scherzava. Di lì a poco l’attenzione fu tutta per loro due. Le porte si aprirono e miracolosamente la gente cominciò a defluire fuori.
“Stai calma Stacy, ora possiamo scendere e tu presto sarai in clinica dove una brava equipe farà nascere la tua bambina”.
“Ma cazzo, come? Dico: hai visto quanta distanza c’è tra il muro e la metro? Mi dici come cazzo ci passo io?” un sospiro di solidarietà delle poche persone rimaste fece intendere che altre donne e uomini avevano lo stesso suo problema. Non erano incinti, solo obesi. Tutti tranne uno. L’unico uomo in forma si avvicinò alla donna con fare cordiale.
“Ora si stenda”.
“Perché mi dai ordini?”.
“Sono un medico, un ginecologo per sua fortuna”.
“Ah sì? E chi me lo dice che non sei un depravato che vuole frugarmi tra le gambe?”.
“Tranquilla. Sono davvero un ginecologo e sono pure gay” sorrise esibendo il tesserino della Columbia hospital oltre ad un sorriso degno di Hollywood.
La ragazza fu fatta stendere.
“Gli uomini si voltino!” gridò deciso il medico. Sapeva il fatto suo, pensarono.
“Mio Dio... ” enunciò.
“Mio Dio? Perché mio dio?” chiese ansioso Heath.
“Non si preoccupi suo figlio è in buone mani”.
“Perché dice questo?”
“Non è suo figlio” corresse Stacy. L’interesse dei presenti stava diventando palpabile.
“Si sente la testa. Sta uscendo”.
“Ma non è possibile! Cazzo, cazzo, cazzo!” sbraitò Stacy.
“Non si preoccupi, non è il primo bimbo che faccio nascere. Ok, è il primo che tiro fuori dentro una metropolitana ma non è così grave. Deve solo respirare a fondo e quando sente di dover spingere, spinga”.
“Ma non sarà pericoloso?” chiese Heath
“Tranquillo” ammiccò. Era gay, era bello, era un dottore. Heath era già innamorato perso.
E lo fu ancora di più quando lo vide sporco di sangue dalla testa ai piedi, tenere tra le mani un frugoletto poco più grande di un bambolotto.
“Complimenti signora, proprio una bella bambina” tutta la metro si congratulò tanto con Stacy, tanto con l’intrepido dottore. Nell’ora successiva furono condotti fuori.

La nascita di Vanilla fu un vero evento. Ogni emittente televisiva, radiofonica, giornale e qualsiasi altro mezzo di comunicazione ne parlò. Finì persino nella home di Yahoo!
“Donna di ventisette anni partorisce dentro alla metropolitana in avaria” annunciò a gran voce Liam Spencer. “E sapete chi ha permesso questo miracolo? Niente di meno che il mio meraviglioso boyfriend” Jake Keane si ritrovò la bocca tappata da un bacio. Un lungo bacio che significava congratulazioni.
Il direttore della Emilton Life era su di giri. E non era da lui trattandosi di un tipo taciturno, pure un po’ orso. E non gli piaceva mostrare simili manifestazioni d’affetto davanti a chicchessia. Ma gli era piaciuta l’idea di festeggiare il suo ginecologo eroe. Aveva organizzato un piccolo party nel suo attico a Park Avenue.
Non amava pavoneggiarsi quando portava a termine un grosso affare come ad esempio tre mesi prima quando era riuscito nell’impresa di acquistare a prezzo stracciato un’altra industria farmaceutica caduta in disgrazia. Era un asso negli affari Mr. Spancer. Ed era per merito dalla sua passione che gli riusciva facile qualsiasi impresa. Ma quel giorno era Jake al centro dell’attenzione, per un motivo di gran lunga più nobile. Aveva salvato due vite.
Prima della nascita di Vanilla avvenuta in 5 Marzo del 2008 in metropolitana, Jake e Liam stavano insieme da dodici anni, 4 mesi e ventuno giorni. Era, come si usa dire, una coppia consolidata. Tra loro c’era una certa differenza di età quantificabile in diciotto anni anche se, ufficialmente, erano solo tredici. Questo perché quando si erano fidanzati Liam era il suo professore di chimica e Jake uno studentello quindicenne. Jake era talmente abituato a dire che aveva trentadue anni da aver dimenticato la sua vera età. Avrebbe finito per invecchiare prima, temeva, ma il risultato era che tutti gli dicevano che se li portava alla grande.
Dopo essersi congratulati con lui gli impiegati della Hemilton e amici vari tornarono ai loro drink e alle loro chiacchiere.
“Sei contento?”.
“Sono un po’ stufo”.
“Dovresti goderti tutta questa notorietà, hai lo studio sempre pieno zeppo ultimamente, no?”.
“Già, fantastico, ormai non ho più nemmeno il tempo di dormire”.
“Sei un eroe, quelle donne si fidano di te”.
“Chiunque lo avrebbe fatto al mio posto”.
“Scherzi? Non fare il modesto” E diede una forte pacca sulla spalla al suo fidanzato. Dopo di ché tornò a parlare con Patricia Weber, il suo vicedirettore.


William baciò teneramente la spalla del suo uomo. “Ti aspetto a letto” enunciò. Heath annuì con disinteresse. Fingendo di controllare la posta, attendeva che la luce con il nickname Victim for love comparisse su msg. Sbuffò. Decise di chiamarlo. Non poteva continuare ad aspettare. Avevano chattato solo una volta e a lui era sembrato meglio di fare l’amore. Pensò che fosse proprio un comportamento da deficienti. Il suo ragazzo lo esortava a venire a dormire con sensualità, e lui che faceva? Invece di ingranare la quarta e buttarsi tra le sue braccia aspettava una luce in fondo allo schermo? Era furioso con se stesso ma non fu capace di evitarlo. Prese il cellulare e scrisse l’sms.
Ti aspetto su msg, vieni?
Sono occupato ora, se resti, sveglio magari dopo, ti chiamo…
Non posso, il mio ragazzo mi vuole. Allora ci si vede domani?
Certo, a domani.




Capitolo due


Heath voleva aspettare per chiamarla tresca, per darsi dell’infedele. Ma era successo e c’era poco da fare. Curò molto il look quella mattina e non soltanto perché stava per partecipare ad una puntata di In the morning, una trasmissione televisiva tra le più seguite. Cercava di dare il meglio di sé principalmente perché, dopo tre settimane, avrebbe rivisto lui: Jake Keane, l’eroe che aveva aiutato Stacy e Vanilla quel giorno in metro.
Con il cuore in tumulto salì i gradini che lo conducevano dentro gli studi dell’emittente televisiva. Stacy sarebbe venuta in taxi.
“Era ora!”
“Ho fatto tardi?”
“No ma speravo venissi prima. Ho le tette che mi scoppiano. Devo tirarmi il latte, questa birichina non ne vuole sapere di svuotarle per bene” così dicendo gli appioppò la poppante
“Va bene vai” Heath sperò che non rigurgitasse sulla sua bella giacca blu. Aveva scelto quel colore per essere in tono con le iridi di Jake.
La presentatrice televisiva, Marcia Norton, avvicinò l’unico presente dei suoi ospiti.
“Dove sono gli altri?”
“Stacy è in bagno a tirarsi il latte e credo che il dottor Keane... ” non fece in tempo a terminare la frase che il bel ginecologo fu tra loro.
“Scusate il ritardo.”
“Bene bene, quanta gente telegenica! Bambina bella, amico affascinante, dottore che sembra appena uscito da una puntata di Grace Anatomy.”
“Troppo gentile.”
“Dico sul serio, hai mai pensato di fare televisione?” questa vecchia vacca troia sta flirtando con lui? Pensò avvampando. Stava tremando dall’emozione, e una stronza con le tette rifatte faceva la scema con... ma non aveva diritto di farci un pensierino. In ogni caso nemmeno lei, è gay! Sorrise. Di corsa arrivò anche Stacy.
“Bene, ora che siete tutti posso andare a farmi l’impalcatura per la ristrutturazione” Nessuno dei due maschi disse: ‘lei non ne ha affatto bisogno’ e la donna, delusa, si accommiatò.
Jake coccolò la bambina. Lei fece dei leggeri schiamazzi durante i vezzeggiamenti.
“Spiegami perché i bonazzi sono tutti froci.”
“Stacy...”
“Mentre spingevo con i reni a pezzi non ci ho fatto caso. Ora però, Dio, saranno questi cazzo di ormoni ma il dottor Keane è proprio un figo della miseria”
“Stay, ti consiglio di essere meno sboccata durante l’intervista.”
“Come fosse la prima che faccio. So parlare bene se mi ci metto. Non mi hai visto l’altra sera telegiornale delle diciassette?”
“No,anche perché a quell’ora io provo di solito” le chiacchiere furono interrotte dal pannolino da cambiare di Vanilla e, a seguire, dalla diretta televisiva.


Era andata bene. In un clima scanzonato e dissacratorio tutti e tre avevano raccontato il loro punto di vista. Heath voleva essere sicuro che non lo avesse sognato. Che Jake , durante la pausa pubblicitaria non si fosse avvicinato a lui e gli avesse accarezzato la spalla sussurrando: “Un giorno mi spiegherai perché hai scelto hot spot 69 come nikname. Soprattutto a cosa si riferisce sessantanove.”
“Ehm”
“Facciamo stasera a cena?”
Un appuntamento? Jake Keane gli aveva chiesto un appuntamento in piena diretta televisiva! E se qualcuno avesse udito? Se avessero mandato il dialogo in diretta tv? William avrebbe sentito, era rimasto a casa appositamente. Anche il ragazzo di Jake , il misterioso ragazzo di Jake , avrebbe sentito. Per fortuna nessuno se n’era accorto, e, inevitabilmente, Heath aveva accettato.


A William disse che andava da sua madre. Non gliene venne una migliore. Lei si lamentava sempre delle scarsità delle sue visite. A sentire lei il New Jersey era per suo figlio distante quanto Parigi.
“Farò presto.”
“Lo credo. Non vorrai fare le ore piccole da tua madre spero” Heath si chinò su di lui, gli baciò le labbra senza evitare di mordere quello inferiore che era rosso e pieno. Volarono scintille. Era inevitabile.
“Perché prima...”
“Dai...” perché no, pensò Heath. Era così eccitato che se anche Jake si fosse messo a parlare di colli dell’utero dilatati e fibromi tutto il tempo, la sua erezione non avrebbe in ogni caso smesso di fargli male nei jeans. Molto più probabilmente Jake avrebbe fatto quello che gli riusciva meglio, vale a dire: sbattere le ciglia in maniera sincronizzata alla lingua che umidificava le labbra ... Pieno come sono rischio di bagnarmi. William intuì l’assenso e avvicinò la bocca al collo. Lo baciò attirandolo verso di sé. In una manciata di secondi il direttore d’orchestra fu nudo dalla cintola in giù. Heath si abbassò per passargli la lingua tra le cosce. Quando fu saturo di urli e incitamenti, lo prese in bocca. Durò una dozzina di minuti.
“Non sapevo fosse così eccitante la prospettiva di cenare con la propria madre” enunciò mentre si riassestava.
“Non è questo. Tu sei così sexy...” lo era. William McCarthy era uno degli uomini più belli e più sensuali in circolazione almeno secondo la maggior parte delle persone che lo conoscevano. Prima che si fidanzasse ‘per bene’ c’era la fila per venire a letto con lui e Will non trovava disdicevole ammettere che si era divertito. Prima dei trenta almeno. Poi, una volta troppo vicino ai quaranta, aveva provato una relazione con una donna, una suonatrice di Oboe che parlava cinque lingue. Poliglotta e multi orgasmica. Nonostante a letto facessero faville, lui si ritrovò insoddisfatto e annoiato in qualche gay bar nel giro di pochi mesi. Ma fu durante le prove della Turandot che la sua vita subì una svolta decisiva. Heath gli era subito piaciuto, con i suoi capelli lunghi e biondi che si arricciavano ribelli alla fine. Sembrava un cantante pop. Che ci faceva in un coro del genere? Lo aveva sedotto lui, anche se, in un certo senso, si erano sedotti a vicenda. A Will piaceva da impazzire condurre il gioco. Il fatto che fosse prevalentemente passivo non significava che fosse poco -attivo- tra le lenzuola. Adorava far impazzire i suoi partner. E fin a quel momento aveva sempre avuto amanti esperti. Non era stato mai con qualcuno che faceva sesso con un uomo per la prima volta. Trovava così eccitante ogni esclamazione di Heath, che fosse di sorpresa, di gioia, o di eccitazione, era lo stesso. La prima volta che lo avevano fatto erano rimasti chiusi in casa per due giorni e mezzo. Heath non aveva mai provato nulla del genere. E decretò che il sesso gay fosse il migliore possibile. Aveva ventisei anni. E dopo tre anni l’attrazione tra i due era sempre a mille. Malgrado i rispettivi impegni, riuscivano a tenere una media discreta tra le lenzuola, incontri che avvenivano nei rispettivi letti, sì perché fin dai primi giorni di convivenza William aveva messo le cose in chiaro: a ciascuno la propria camera. E il sesso si può fare dappertutto, aveva precisato.
Prima di uscire di casa Heath sospirò. Osservò incerto per l’ultima volta la schiena nuda del suo ragazzo intento a leggere uno spartito e decise che se non avesse chiamato l’ascensore entro un secondo, sarebbe restato con lui.

Il futuro fedifrago giunse davanti al luogo dell’appuntamento con il cuore in gola, la gola in fiamme e le ascelle madide di sudore. Aveva sete. Pensò di ordinare un drink al bancone del ristorante.
“Se si accomoda lo porto direttamente al tavolo” avvisò il barista. Era in leggerò anticipo. Costatò che le sue papille gustative non erano in grado di distinguere i sapori, si scolò il martini con ghiaccio lo stesso.
Il bellissimo ginecologo fece il suo ingresso. A Heath sembrò che il locale intero lo avesse accolto con un’accorata esclamazione. Era semplicemente perfetto. Giacca grigia, camicia a righe blu e bianche, gel sui capelli e occhi talmente blu da sembrare ritoccati da fotoshop. Cercò di dissimulare l’emozione ma, alzandosi per accogliere il suo eroe, intruppò con le ginocchia sul tavolino e per poco il vaso di fiori posto al centro non cadde rischiando di frantumarsi.
“Molto che aspetti?”
“Sono in anticipo.”
“Sorry... ho sempre lo studio pieno. Questa improvvisa popolarità ha i suoi lati negativi” Heath sorrise. Presero posto. Ordinò Heath per entrambi. Jake disse che era talmente affamano da non essere interessato a qual che avrebbe mandato giù. Parlarono del più e del meno fino a quando Heath introdusse un tema particolare.
“Te lo posso chiedere?”
“Ok, spara.”
“Come fai?”
“Come fai cosa?”
“A far nascere i bambini a... a infilare le mani nelle passere di vecchie, o di donne brutte. Per di più sei gay.”
Jake ridacchiò.
“Non è poi così male far nascere i bambini e la passera, come la chiami tu, è il mio strumento di lavoro quando la ventosa e il dilatatore cervicale.”
“Basta così. Non so cosa sia ma solo il termine dilatatore cervicale mi ha fatto chiudere lo stomaco.”
“E tu invece? Parlami del tuo di lavoro” Jake stava civettando un po’ questo mise a dura prova l’erezione di Heath, fu come se la goccia nel cervello avesse cominciato la sua lenta tortura.
“Non c’è molto da dire. Da piccolo cantavo in un coro gospel. Ero l’unico ragazzo bianco, poi qualcuno mi ha notato e non ho fatto altro. Siccome all’occorrenza so anche ballare riesco ad entrare in qualche musical ma solo ruoli minori. Qualsiasi cosa mi consenta di raggranellare i soldi dell’affitto.”
“E poi è arrivato il famoso direttore d’orchestra... ”
“No... no, se intendi che ho fatto carriera grazie a lui ti sbagli, ero già un discreto corista.”
“Non avrei mai affermato una cosa simile.”
“Lo so. Tu no. Ma la gente lo pensa. Lui è ricco, affascinante, famoso. Io sono solo un corista di dubbio talento.”
“E questo fa ben sperare per il proseguo della serata.”
“Vale a dire?”
“Se un direttore d’orchestra ricco e famoso sposa un corista squattrinato... qualche dote particolare ce l’ha.”
“Ehm...Cristo Jake.”
“Cosa?”
“Non fare così. Io...”
“Dimmi pure.”
“Lo sai...”
“Eh?”
“Lo sai nel senso...sei talmente provocante, e bello che... ”
“Intendi dar sfoggio di queste misteriose doti?”
“Non parlare difficile. Io sono uno terra terra. Voglio... !”
“Ho capito benissimo cosa vuoi... ” sorseggiò il suo vino bianco, "ti do tre opzioni.”
“Opzioni?”
“Una cosetta veloce in macchina. La toilette del ristorante, sì un po’ pericoloso o, ancora più audace, a casa mia e di Liam... ”
“Ma”
“Starà già dormendo. È un tipo molto produttivo, quando non è in giro per il mondo si sveglia la mattina presto e se non ci sono io che gli faccio fare le ore piccole... ”
“No, no. Non scherziamo. A casa con il tuo ragazzo non esiste, e al bagno nemmeno, non mi sentirei a mio agio.”
“Dunque.”
“Vada per la cosetta in macchina”.



Capitolo 3


La macchina di Jake Keane era una fuoriserie tedesca sportiva.
“Cristo è allucinante quanto è bella questa BMW! Sedili in pelle, cambio automatico, per non parlare dell’elettronica, sembra un computer! Frugare vagine è proprio ben pagato.”
“No, è un regalo di Liam” così dicendo si avvicinò a lui e gli baciò il collo.
“Heath, tu stai tremando. Nervoso?".
“Un po’. Non è che qui ci vede qualcuno?”
“Secondo te perché avrei dato quella mancia esagerata al posteggiatore?”
“Capito” provò a rilassarsi sul sedile mentre le mani esperte del ginecologo gli aprivano la patta liberando l’erezione.
“Questa auto ha anche un ottimo sedile ribaltabile” aggiunse sorridendo malizioso. Allungò una mano e l’altro si ritrovò con il viso rivolto verso il tettuccio.
“Così mi piaci piccolo” gli leccò le labbra come se gustasse un delizioso frutto. L’altro catturò la testa e lo strinse a sé. Quando le bocche si staccarono, quella di Jake si spostò sul collo. Di lì a poco mappò il torace. Era liscio e muscoloso. Il gioco erotico volse alla fine nel momento che, esasperato, Heath non diresse ìl sesso turgido tra i denti. Jake ci si dedicò finché il ‘lavoro’ non fu portato a termine.
“Ne avevo proprio bisogno” asserì tirandosi su a sedere. La sua erezione era ben visibile attraverso la stoffa dei pantaloni. Divenne serio.
“Vuoi un fazzolettino?” chiese Heath riferendosi alla bocca che aveva appena insudiciato.
“Non importa” Chiuse gli occhi. Sembrava triste, pensieroso. Forse si è pentito e sta pensando al suo uomo a casa da solo che dorme. Rifletté il biondino. Tra poco anche lui si sarebbe sentito in colpa, ma la fellatio di Jake era stata talmente straordinaria da sentirsi ancora tra le nuvole. Era in paradiso e non voleva scendere a nessuno costo sulla terra.
“Ti rendo il favore?”
“Grazie, sei un tesoro. Ma è tardi e non voglio che Liam pensi che me ne vado a ciucciare cazzi a destra e manca” Heath sbottò in una risata amara.
“Ad ogni modo... mi è piaciuto un sacco.”
“Anche a me Jake... ”
“Non intendo l’atto. In realtà volevo dire che... sei tu che mi piaci un sacco” si chinò per catturare le labbra ma l’altro si scansò un tantino schifato.
“Che c’è?”
“E per via dello... ” timidamente Heath indicò i lati della bocca.
“Ti da fastidio!?”
“Beh... in effetti.”
“Vuoi dire che tu non vieni in bocca al tuo ragazzo e poi lui bacia?”
“Beh sì, ma dopo che si è lavato i denti.”
“Oddio, come è antierotico il dentifricio in tutto questo discorso. Io e Liam potremmo scrivere un saggio su i vari usi e consumi dello sperma!”
“Un saggio o un libro di ricette? Cristo è disgustoso, non verrei mai a cena da voi, giuro” il tono si era fatto ironico e Jake sorrise costatando che avevano lo stesso senso dell’umorismo.
“Non l’abbiamo mai cotto, se è questo che vuoi dire, però è da prendere in considerazione. Tuttavia mi stupisco che tu non ricambi il favore al tuo ragazzo. È fantastico.”
“A me fa impressione. Ma capisco il tuo punto di vista. Will dice che senza ingoio un pompino non è un pompino.”
“Perfettamente d’accordo con Will. Anche a me piace mandare giù; non sono affatto schizzinoso.”
“Lo sai che stai parlando troppo? Il tempo di tutte queste chiacchiere avrei potuto farti venire.”
Jake si pulì la bocca accettando finalmente il fazzoletto. Si avvicinò a lui.
“Voglio venire, voglio venire con te, sì. Ma con te dentro” Heath deglutì imbarazzato. Ne aveva una voglia matta e, sentirselo confermare dal suo ‘adone’ gli procurava un’emozione senza precedenti. Si baciarono. Heath percepì il sapore di sperma. Il suo sperma. E non ne fu affatto disgustato.

Liam si tirò in piedi di scatto. Il rumore della porta lo aveva svegliato. Era certo di aver sentito rientrare Jake da oltre un’ora. Capì di essersi sbagliato. Indossava soltanto un paio di boxer neri aderenti. Nonostante avesse superato i quaranta da poco, aveva un fisico da fare invidia a un ventenne. Si teneva in forma con la palestra, curando l’alimentazione e sì, era ricorso pure alla chirurgia estetica per togliere dei microscopici rotoletti sui fianchi.
“Jake. ”
“Amore, sei ancora sveglio?” affermò mentre si toglieva il vestito per poi appoggiare tutto distrattamente sul divano. L’indomani Soraya, la loro fidata domestica cubana, avrebbe riassettato tutto.
“Stavo dormendo quando ti ho sentito rientrare. È quasi l’una, dove sei stato?”
“Niente di ché, ho visto dei vecchi amici e poi, tra una chiacchiera e l’altra.. ” Liam lo prese tra le braccia. Gli scarmigliò i capelli scuri per poi cercare le sue labbra ancora gonfie di baci e di passione.
“Possibile che diventi ogni giorno più bello? Possibile che dopo dodici anni insieme mi piaci ogni giorno di più?”
"Per me è lo stesso Li.”
“Andiamo a letto” affermò. Lo prese per la vita e lo trascinò in camera. Si chinò su di lui e gli tolse lo slip. Notò la macchia che troneggiava sul tessuto dell’intimo.
“Serata eccitante.”
“Ho perso un po’ di lubrificante, in effetti.”
“Ora ci penso io a mettere le cose a posto, bellezza” accarezzò i testicoli e, di rimando, il beneficiario iniziò a mugugnare. Lo svuotò per bene aiutandosi con la bocca sul sesso e con le dita titillando il punto speciale. Jake ansimò per qualche secondo prima di riprendere il controllo di sé. Chissà se Heath sarebbe stato così bravo. Si domandò. Si sentì prosaico e confuso mentre Liam nettava con la bocca il torace.
“Piccolo ne avevi proprio bisogno, eri pieno.”
“Grazie amore... ”

Heath cominciò a sentirsi in colpa a partire dalle sette del mattino. William aveva scaldato le brioche e spremuto quattro arance. L’aspetto del succo era magnifico.
“Grazie per la colazione.”
“Figurati, per così poco” si salutarono con un bacio a fior di labbra.
“Stai scappando o sbaglio?”
“Devo arrivare dall’altra parte delle città entro le otto” disse infilandosi un paio di scarpe nere lucide, “Come sta tua madre?”
“Bene, ti saluta” rispose cercando di essere naturale. Addentò una pasta. Era squisita.
“Dovremmo invitarla a cena una di queste sere.”
“Perché no” il sorriso di Heath divenne preoccupato. E se uscisse fuori questa mancata visita? Cominciò a dubitare di essere portato per l’infedeltà. Ma quando si ritrovò solo con i suoi pensieri, il ricordo di Jake , il bellissimo dottor Jake Keane, cominciò a prendere forma. Gli piaceva da impazzire e, da quanto aveva affermato, anche lui era parecchio preso. Gli piaccio, a detto che gli piaccio. Pensò, sono o non sono l’uomo più felice di New York? Iniziò a riordinare la casa sentendosi come Samantha di Vita da strega. A lei però bastava strofinare il naso, a Heath costò un bel po’ di sudore. Quando fu convinto di essersi guadagnato il diritto di un sano bagno caldo, suonarono alla porta.
“Stacy, qual buon vento?”
“Devo drogarmi, e di droghe buone.”
“Ma che stai dicendo?”
“Vanilla ha cominciato a tirare bene e mi sta succhiando anche l’anima.”
“Non sei contenta? Ora le tue tette non scoppieranno più.”
“Già ma scoppierò io; stanotte quattro volte. Mi sento come una mucca!”
“Passa all’allattamento artificiale?”
“Heath, ma che cazzo dici? Si vede che qui ci abitano due finocchi guarda un po’ che casa ordinata” sbottò ispezionando l’ambiente. Vanilla cominciò ad urlare, nel suo linguaggio, che aveva fame.
“Ecco ci risiamo” Stacy si tirò fuori un seno. “Niente latte artificiale. Quelle del corso mi farebbero alla griglia. Preferirebbero lasciare che un bimbo muoia di fame piuttosto che dargli un goccetto di quello in polvere.”
“Però in effetti... ”
“Cazzo, lo so, è più sano. Ma io sono una mamma single,per di più disoccupata. Lo sai che stanno facendo le audizioni per Hairspray no?”
“Certo lo sentito. In ogni caso non mi illudo. Per la parte di Zac Efron avranno pensato a... Zac Efron”
“No, figurati se quella checca viene a farsi il culo a Broadway. E John Travolta? Ti piacerebbe quel ruolo? Non staresti male con un po’ di ciccia.”
“Falla tu, non avresti bisogno nemmeno del trucco.”
“Balle, mi mancano tredici chili e sono quella di prima.”
“E ti sembrano pochi?”
“Le cantanti non devono per forza essere magre.”
“Dolcezza, tu non hai mai avuto questo problema.”
“Ok, e allora? Agli uomini veri, un po’ di ciccia piace.”
“Il dottor Keane mi ha fatto un pompino”
“EH?”
“Hai capito bene, ieri sera” Stacy per poco non scivolò dalla poltrona rischiando di trascinare dietro sé la poppante.
“Mi prendi per il culo?”
“Siamo stati a cena da Frank’s e poi, nel parcheggio... ”
“Cristo Heath! Hai fatto sesso con il mio ginecologo!” Stacy stava per dire qualcosa di spiacevole
“È stato inevitabile, ma tu a questo punto non dovresti accusarmi per aver tradito Will? Che problema è se si tratta del tuo ginecologo o di un altro?”
“Sei una puttana, te ne rendi conto?”
“Lo so.”
“Va bene, se proprio ci tieni parliamo di William.”
“Lui... non lo sa, chiaro. Si ucciderebbe se sapesse, e poi ucciderebbe me.”
“Magari il contrario, oppure lui si ucciderebbe e poi io verrei ad uccidere te. Oddio questa notizia potrebbe mandarmi indietro il latte, lo sai?”
“Mi dispiace” era depresso sul serio, “non è solo il pompino, che tra l’altro è stato fantastico.”
“William non te ne fa abbastanza? Mi hai sempre detto che a letto fate faville.”
“Infatti è così, se mi fai finire di parlare, Cristo! Non è solo il sesso, insomma credo di avere una spettacolare cotta. Lui mi piace, mi piace tanto.”
“Vuoi avere una storia con lui?”
“No cara, non hai capito. Io ce l’ho già una storia con lui” Vanilla fece un rutto esagerato. Per poi crollare in uno sonno catartico tra le braccia della madre. Stacy la trasferì sul passeggino.
“Ho voglia di vomitare.”
“Anch’io.”
“Perché me lo hai detto? Ora non mi sentirei così se una volta ogni tanto tenessi la tua bocca fetida chiusa.”
“Sei la mia migliore amica, no?”
“Sì, la tua e di William.”
“Non mi fai stare meglio. Se tu fossi veramente mia amica, a questo punto... non so, dovresti dire qualcosa di saggio. Qualcosa che mi faccia stare meglio.”
“Ecco cosa non va in voi gay. Tre anni e mezzo di idillio amoroso, stai con il maschio finocchio più bello e ambito dello stato di New York e tu che fai? Infili l’uccello nella bocca del primo che passa?”
“Non intendevo questo quando parlavo di qualcosa che mi faccia stare meglio.”
“Perché non voglio farti stare meglio, Cristo! E ora ho bisogno di dolce! Hai del gelato?”
“No, non mi pare.”
“Allora tienimi la bambina, per colpa tua mi toccherà andare da Mcdonald’s e abbuffarmi di Apple pie” . Stacy non scherzava. E se ne andò sbattendo la porta.

3 commenti:

Alex G. ha detto...

Che bella questa storia, ti prego, continuala che sono troppo curiosa di sapere come va avanti.
Baci

Unknown ha detto...

Ciccina so che adori questa storia e andrò avanti presto, spero solo che arrivino altre conferma alla svelta dal forum di modo che possa mandare in sicro i capitoli come facevo con l'altro forum di Bones per Io con un uomo. Che figura magra se si sapesse che in un blog ci sono già altri capitoli!!

Jivri'l ha detto...

Naturalmente pure a me piace questa storia(a parte che hai cambiato i nomi e sai che sono la mia maledizione: ho dovuto leggere due volte ogni passaggio per capire chi diceva cosa!). Allora a presto con i nuovi capitoli!^__^