giovedì 1 ottobre 2009

Borderline, Capitolo 20





Per Jake fu un giorno stressante tra puerpere e padri ansiosi, anestesisti e ostetriche. Insomma il solito tram tram. Alla fine della giornata poté finalmente rilassarsi sulla sua poltrona prediletta. L’avevano comprata lui e Heath poco prima di prendere la casa a Lexinton Avenue. “In questa poltrona si sta da Dio!” aveva confidato più volte al suo ragazzo. Si stiracchiò pronto a farsi un pisolino. Erano quasi le dieci. Si addormentò. Poco dopo un sonno molto realistico lo fece eccitare. Non erano fantasie per mancanza di sesso. Stava dormendo e sognava proprio! Nel sogno c’erano Heath e Liam seminudi. Heath abbassava le mutande del suo ex liberandolo da una gravosa erezione. Jake riusciva a percepire l’eccitazione di entrambi senza che essi pronunciassero la benché minima parola.
“Prendilo” lo esortava Heath afferrando il sesso tra le dita e il palmo e avvicinandolo alla sua bocca. Nel momento stesso che Jake si apprestava a succhiarlo di gusto, si scoprì sveglio.
“Cazzo, no! Era una sogno bellissimo” biascicò una volta che fu del tutto sveglio. Doveva finirlo,assolutamente! Chiuse gli occhi. L’eccitazione fisica gli impediva di riprender sonno. Probabilmente la causa del risveglio stesso. Decise di farsi una sega. Non era sua abitudine, anzi... nemmeno ricordava l’ultima volta che aveva praticato l’autoerotismo. Ma ne aveva bisogno, un fottuto bisogno. Con il pene in mano proseguì il sogno.
Jake succhiava ardentemente il sesso di Liam e Heath, a pochi centimetri dal suo volto, guardava colmo di libidine. “Sei bravissimo amore mio, sul serio” Jake s’interrompeva solo per chiedere di essere accarezzato tra le cosce. Heath accettò. Si spalmò del lubrificante sulle dita per cercare la prostata. Fuori dal sogno Jake cercò del lubrificante nel cassetto accanto. A quel punto non aveva senso tornare di sotto, alla sua poltrona prediletta. Si sdraiò sul giaciglio. Usò le dita dentro di sé. Esalò nel raptus dell’eccitazione. “Basta dita, voglio il tuo cazzo” nella fantasia valutò che tanto valeva usarli entrambi. Era davvero la cosa più audace che aveva sperimentato. Conosceva quella sensazione, essere preso da due uomini contemporaneamente. Era successo alcuni anni prima. Due studenti fuori corso l’avevano attirato nella loro stanza fuori dal campus e convinto (non c’era stato molto da insistere) a fare sesso a tre. Con qualche impedimento, alla fine Jake si era adattato. Aveva amato soprattutto la possibilità di soddisfare due maschi nello stesso momento. Soprattutto con la bocca. Specialmente quando avevano iniziato a schizzare all’unisono e si era adoprato per leccare gli umori di entrambi. Anche il momento della doppia penetrazione era stata eccitante. Con Liam e Heath sarebbe stato inconcepibile essendo entrambi superdotati. Ma, se non altro, era possibile nella sua mente. Nell’attimo stesso nel quale diede voce a quella fantasia raggiunse l’orgasmo. Alcune stille di seme lo colpirono sul mento e appena sotto il labbro inferiore. Istintivamente se lo leccò.
Heath rincasò dopo la mezzanotte. Scoprirlo nudo e stravaccato sul letto non lo sorprese. Era sua abitudine dormire senza niente. Ma la crema lubrificante gli suggerì qualcosa. Si chinò per baciargli la clavicola, “Bellezza, hai giocato da solo o sbaglio?” chiese. Jake si mosse un poco. Stava ancora cercando di prendere sonno.
“Indovinato” rispose aprendo gli occhi. Il suo pene era ancora semieretto, “mi sei mancato.”
“Anche tu, sexy” così dicendo il cantante si piegò per catturare le labbra. Riconobbe l’odore e il sapore di sperma. Per qualche secondo ebbe il dubbio che si trattasse di quello di Liam. Un brivido gli percorse la schiena.
“Sei stato a letto con Liam?”
“Perché mi fai questa domanda?”
“Sai di sbobba.”
“Non è di Liam. È il mio, mi sono schizzato in faccia.”
“Volutamente?”
“No ma... non è che mi dispiaccia” sorrise sornione. “Siediti, devo raccontarti il sogno che ho fatto.” Heath obbedì. Alla fine del resoconto restò incredulo fissandolo inquieto.
“Ti sei arrapato, ammettilo.”
“Finiscila, è solo un sogno!”
“Non mi hai risposto...”
“Se anche fosse non ci sarebbe niente di male. Le tue fantasie in proposito sono interessanti ma,
in concrete.”
“Non credo siano così in concrete” affermò pieno di malizia. Gli afferrò l’erezione attraverso i jeans. “Senti qui come sei duro, scoppi! E tu dici che non c’è nulla di concreto?”
“Alt, stai uscendo dal seminato, Jake. Come sempre! Una cosa sono i porno che ti fai con la testa, altro è la realtà.”
“Ammetti però che l’idea di scoparmi con Liam ti eccita?”
“Se si tratta di fantasticarti alle prese con due grossi aggeggi... ok, lo ammetto, mi piace. Mi piace un casino. Ma la realtà è ben altra cosa.”
“Confessalo, non si tratta solo di questo.”
“Che vuoi dire?” Heath stava perdendo il controllo della situazione con Jake che, nel frattempo, aveva preso il mano il suo sesso e giocherellava con la pelle intorno al glande.
“Voglio dire che tu ti sforzi di non ammetterlo ma l’immagine di me con Liam ti prende di brutto. Ti fa arrapare.”
Heath era frastornato. Cosa doveva fare? Provare ad essere sincero? Aveva delle fantasie in proposito e quanto detto dal suo boyfriend era parecchio vicino alla realtà. Per quanto geloso marcio, l’idea di lui fra le braccia del suo ex glielo faceva venire duro seduta stante.
“Un po’ sì, ok, un po’...”
“Un po’ cosa?”
“Non sono masochista, ma è chiaro che... insomma è normale, no?”
“Ecco, ci risiamo: di nuovo con la normalità!”
“Intendo dire che tu sei così sexy e lui è stato il tuo uomo per anni. E c’è tanta affinità tra di voi. Insomma...”
“Parla chiaro, piccolo. Non girarci intorno. Ti eccita l’idea di me con Liam e basta.” Heath non ci stava a far passare quel concetto. Ma era la verità. Una delle motivazione per il quale lo aveva perdonato di essere stato a letto con il suo ragazzo precedente era proprio questa.
“So solo che per me è... non so spiegarlo, insomma: tu e lui fate scintille. Tu sei assolutamente soddisfatto da me ma lo eri anche da lui. Lo sei ancora... insomma, è come se Liam fosse un’esenzione di te ma anche di me, in un certo senso.”
“Sono tutte fantastiche congetture. Ma non si tratta solo di questo” Jake smise di fare una sega a Heath. “Tu, io e Liam, insieme.”
“Cosa?”
“Sto parlando di farlo tutti e tre insieme. Come nella mia fantasia, nel mio sogno. Dio... sarebbe stupendo!”
“Adesso stai esagerando” scandalizzato e stizzito Heath si alzò dal letto.
“Dimmi cosa ne pensi.”
“Senza insultarti? No, questa volta hai passato il segno.”
“Non dirmi che non ti piacerebbe.”
“Puoi giurarci.”
“Che ti piacerebbe?”
“Che gli spaccherei il muso!” proseguì in tono più civile: “Jake, piccolo, forse tu mi trovi un tipo vecchio stampo, ma, fantasie a parte, io non ce la farei a dividerti con nessuno, con il tuo ex specialmente.”
“Perché?”
“Basta, non voglio discutere di questo!” Irritato prese la via della doccia. Jake contò fino a dieci per vincere la tentazione di infilarsi dentro al box con lui e fargli una fellatio coi fiocchi. Ma decise di trattenersi. Probabilmente, restando da solo, Heath avrebbe avuto modo di riflettere sulla questione.


William era incredulo. Come faceva a conoscere il suo nickname? O meglio: l’identità Messenger ereditata da Heath.
“Liam io...”
“Sono hot spot” ammise senza mezzi termini.
“Stai scherzando?”
“Nemmeno per idea.” Iniziò a ridere quasi istericamente. Il direttore d’orchestra lo guardava confuso.
“Ecco perché ti trovavi al Rockefeller center. Eri venuto all’appuntamento!”
“Già, anche tu! Non ci posso credere. È una coincidenza incredibile.”
“Vero.” Anche William rideva.
“C’è solo un problema Will.”
“Sarebbe a dire?”
“Io non credo nelle coincidenze” si alzò a cercare il pacchetto di sigarette nei suoi pantaloni. Un pensiero un po’ sinistro cominciava a farsi largo nella mente dell’affascinante industriale. Se prima di lui a chattare con il nik Victim c’era stato Jake, chi c’era dall’altra parte? William? Improbabile giacché egli aveva ammesso di aver iniziato a chattare dopo la rottura con il suo ex. Dunque dopo che Jake era uscito da casa sua.
Si toccò le meningi nervoso: “Ho la testa che mi sta esplodendo ma voglio capire.” William si mosse felino verso lui.
“Che ti importa? Hai un doppio sogno erotico tra le tue braccia e ti preoccupi? Sono Hot spot, sono William. Sono quello con cui volevi fare l’amore poco fa, ricordi?”
“Non avere dubbi in proposito. Muoio dalla voglia di farti l’amore...”
“Ma il tuo pene sembra pensarla differente.”
“Perché sono inquieto, perché non riesco a riprendere da dove eravamo rimasti se non risolvo la faccenda.”
“Secondo me non c’è molto da risolvere. Si chiama destino. Le nostre strade erano destinate ad incrociarsi e il destino, per essere sicuro che ciò accadesse, ci ha dato ben due possibilità.”
“Molto interessante quest’ipotesi e anche molto romantica. Ma, ti ripeto, sono un tipo razionale io e credo che le cose non succedano quasi mai per caso.”
“Magari questa è proprio l’occasione che ti farà ricredere.” Ma Liam era irrequieto. Continuava a fumare nervoso aspirando poco e buttando fuori corpose boccate.
“William, piccolo. Ti scoccia se ti faccio qualche altra domanda sull’argomento?”
“Se ci tieni tanto... che altro vuoi sapere, detective?”
“Beh, ad esempio: hai sempre chattato tu con quell’identità Messenger. Intendo con il nickname hotspot?”
“In realtà no. Ma non capisco cosa c’entri questo.”
“Credo di aver capito cosa è successo.”
“Sarebbe?”
“Era il tuo ragazzo che chattava con... con il mio ex.”
“Perché il tuo ex chattava con il nik...”
“Sì, Victim for love era una sua invenzione. Credo che si fosse ispirato ad un fumetto o qualcosa del genere. Penso avesse a fare con la sua infanzia. Ti assicuro che Jake, in amore, non è mai stato una vittima” sorrise amaramente.
“Jake... il tuo ex si chiama Jake?”
“Sì e il tuo?” Liam lo vide rabbuiarsi e sbiancare di colpo. “Che succede?”
“Il nuovo fidanzato del mio ex ha mollato il suo uomo per... per andare a vivere con lui. Anche se ci fa ancora sesso...”
“William, che stai biascicando?”
“Il ragazzo del mio ex si chiama Jake, e, soprattutto, cosa che non sembra affatto un caso di omonimia, il suo ex, intendo l’ex di Jake, si chiama Liam... come te.”
“Come si chiama il tuo ragazzo?” chiese nuovamente. Era solo una proforma in quanto Liam aveva bello e capito tutto. Il mosaico sembrava completo, mancava solo una tessera. La quarta tessera, e tutto sarebbe venuto alla luce.
“Heath. Io il mio ex si chiama Heath.”

1 commento:

Alex G. ha detto...

Cavolo! Questo capitolo è stato incredibile. Finalmente sono state messe le carte in tavola e William e Liam hanno compreso chi sono i rispettivi ex. E le fantasie di Jack? Io credo che alla fine Heath cederà e se ne vedranno delle belle.